FREEDOM HAWK
Spring Tour 2014

Riassunto delle puntate precedenti: 13 aprile 2014, ore 14.00 circa. “Poche ore fa abbiamo salutato i Freedom Hawk all’aeroporto di Francoforte, dopo aver macinato un’infinità di chilometri per nulla comparabili alle poche ore di sonno accumulate durante il loro primo tour europeo. La stanchezza, oggi, ha avuto il sopravvento sebbene gli animi non fossero per nulla abbattuti. Per i ragazzi di Virginia Beach questo saluto ha due facce, come ogni medaglia che si rispetti: da una parte la voglia di tornare a casa, dalle proprie famiglie, dall’altra la gioia dell’esperienza mitteleuropea, l’adrenalina del tour che si vorrebbe continuare ancora e ancora per suonare suonare suonare all’infinito”.
Queste le considerazioni raccolte sul treno che mi riportava a Berlino, dopo qualche giorno in compagnia della band statunitense. Il giretto primaverile ha portato i Freedom Hawk in Germania, Olanda, Francia e Belgio: centinaia di chilometri compressi in pochissimi giorni. Una settimana serrata la cui punta di diamante – per ovvie ragioni – è stata rappresentata dall’esibizione al Roadburn Festival di Tilburg giovedì 10 aprile. La Green Room gremita (eh già, ecco qua una testimonianza: http://vimeo.com/92391493) ha tremato sotto i colpi di un suono massiccio e ottimizzato magistralmente, anche se a ben pensare ogni data ha avuto la sua unicità, Ibasti pensare alla prima, al Vortex di Siegen, roccaforte della Rock Freaks.
Il primo ascolto della band fu positivo, su questo non ci piove. Ma sentirli esibirsi dal vivo è tutta un’altra storia. Ognuno dei membri della band riesce, sul palco, a tirare fuori il meglio di sé. I brani dell’ultimo disco – onnipresente “Indian Summer”, con le sue sincopate sfumature – sono stati integrati da alcune chicche, tra cui un teaser del prossimo lavoro: grande successo ha riscosso fortunatamente per tutti “Blood Red Sky”, nuovo brano energico e compatto che nell’ultima data (al Rare Guitar di Münster) è stato accompagnato da un’altro pettegolezzo distorto, di cui non sappiamo neanche il nome. Dovremo aspettare il disco. E lo faremo con curiosità.
A proposito del nuovo lavoro, qualche chiacchiera l’abbiamo estorta. Si tratterà probabilmente di una registrazione in presa diretta, per enfatizzare al meglio le caratteristiche della band, scelta ottimale per rendere giustizia ai Freedom Hawk anche su disco. Diciamo che i FH sono una di quelle band che hanno le carte in regola per sfondare tutto. Fondamentalmente ad oggi abbiamo tante band stoner. Tante sono desertiche. Altre sono più vintage, con quel retrogusto meditativo. Altre ancora fanno il roccherrò – che va sempre benissimo. Ma diciamoci la verità… Di alcune potremmo fare tranquillamente a meno. Ciò non si dica però dei FH: non so se riesco a essere abbastanza chiara, nell’espressione di questo concetto.
Voci di corridoio vogliono la band di nuovo nel vecchio continente l’anno prossimo. Le stesse voci li vogliono nel bill di un altro festival giovane e di gusto, che propone un’offerta fuzzosa di tutto rispetto. Staremo a vedere. Incrociamo le dita.

In fede,
S.H. Palmer