ASVA – Futurists against the ocean
Certa musica ha la capacità di trasportare la musica in uno stato di coscienza alterato, il drone è sicuramente uno di questi allucinogeni sonori in grado di produrre delle ascesi quasi mistiche allontanando il contatto col mondo. Gli ASVA con questo “Futurists against the ocean” usano questa capacità del drone per introdurci in un viaggio spirituale.La prima traccia (Kill The Dog, Tie Them Up, Then Take The Money) è una processione di accordi che lentamente si evolve, la chitarra di Trey Spruance (ex Mr. Bungle) ci trascina lentamente ma senza sosta verso l’alto con continui strattoni scanditi dalla batteria, man mano che ci si innalza il cammino è supportato da un organo che amplifica il senso di sacralità. Questo lungo cammino porta a “Zaum; Beyonsense”, secondo pezzo che parte col basso di G. Stuart Dahlquist (già nei Sunn O))) ) che ripeterà ossessivamente le stesse due note per ben 11 minuti come sottofondo a rumori che rapiscono in un clima di staticità e di nulla sensibile.
La sensazione di inquietudine continua e cresce anche per metà della terza traccia finchè dei delicati accordi di organo non aprono la strada al cantato di Jessika Kenney che, con un testo è ispirato da un’opera di Carl Orff (compositore avanguardista di fine ‘800) ci accoglie in un luogo ancora sconosciuto. Quando ormai ci stavamo per abituare ad una insopportabile pace ecco che reinizia l’ascesi forzata con la terza traccia “By The Well Of Living And Seeing”: ripartono i riff monolitici che stancamente si trascinano avanti con cui si sposano benissimo i cori femminili che recitano testi esoterici del poeta Charles Reznikoff, cori sostituiti nel finale da urli di delirio e voci di grazia sovrapposte e contrastanti.
Musicalmente questo “Futurist’s Against The Ocean” miscela abilmente il drone degli earth, fasi ambient e arrangiamenti dal gusto post-core con l’aggiunta di soluzioni azzeccatissime come voci femminili e organi. Chi è capace di lasciarsi trasportare dall’estrema lentezza musicale non avrà bisogno di conoscere i testi per godere di questo album, che diventa però una vera esperienza mistica grazie alla profondità dei contenuti.
Federico Cerchiari