ATHENE NOCTUA – Glayx

Nati da una costola degli Space Paranoids, gli Athene Noctua puntano a raggiungerne le vette espressive se non addirittura a superarle. Il presupposto dichiarato è cogliere i migliori frutti di tutti quei sottogeneri che il rock, nei 60 anni della sua esistenza, ha creato. È quindi lecito sporcarsi le mani con kraut, jazz rock, proto hard, seventies guitar sound, post rock, stoner e psichedelia. Il risultato è affascinante e si chiama “Glayx”, EP di 4 pezzi della durata di 20 minuti. C’è un’attenzione particolare al tocco, al timbro, alla leggerezza del gesto: la forza delle composizioni non risiede tanto nell’aggressività, quanto nella mescola delle sue componenti e negli arrangiamenti preziosi.Anche qui, come in “Under the King of Stone” si evoca la contemplazione della natura, ma in maniera più dolce. Come nei cinguettii che chiudono l’opener “Remigio Sette Code” (titolo fantastico!): un cavalcata space prog che fa il paio con la chiusura di “Krautalamo Karavan” (altro titolo molto esplicativo). Nel mezzo due composizioni strane: “Black Earth and Creamy Horizon” – piena di suoni Anni 80 e con una ritmica dub – e “El Ciuciu”, una ballad strappalacrime con battito al rallentatore e cielo stellato sopra di sé. Alla fine viene la curiosità di andare oltre e mettere il naso dentro a chissà quale altra direzione i nostri possono farci prendere. Staremo a vedere.

Eugenio Di Giacomantonio