BEATEN BACK TO PURE – The Burning South
Li avevamo lasciati nell’ultimo rifugio dei figli di puttana e li ritroviamo ad incitare alla danza in un Sud che prende fuoco. I Beaten Back To Pure sono senza dubbio tra le migliori espressioni dell’heavy southern odierno e lo confermano in pieno con “The burning South”, la fatidica prova del terzo disco.Suoni compatti, ottima produzione (sporca al punto giusto) e uno stile incandescente che unisce la profondità dello sludge doom, l’impatto del metal, il groove dello stoner e i caldi sapori del southern rock. Impressionante si rivela soprattutto la prova delle due chitarre, prodighe di riff selvaggi tirati fino all’inverosimile. Ma convincono anche le ritmiche e le vocals di Ben, omaccione che col passare del tempo ha saputo migliorare la propria impostazione, sia nei growls più gutturali che nel cantato pulito.
Frutto di una perfetta alternanza tra accelerazioni e pause groovy che più coinvolgenti non si può, “The burning South” gode di brani trascinanti e titanici come l’iniziale “American vermin”, l’esagitata “Hell goes thru hanging dog” e la stupenda “One shovel and a place to die”, ricca di cambi d’atmosfera e cupa come la notte più buia. E’ un’autentica orgia di killer riff quella cui si è sottoposti, senza alcun compromesso per il povero (mica tanto…) ascoltatore. “Pillars of tomorrow, piles of yesterday” viaggia sulle basse frequenze del doom, “Where the sewer meets the sea” rilegge gli Alabama Thunderpussy con il piglio assassino degli Entombed, “Smothered in sundress” aggiunge un tocco di psichedelia ad una fanghiglia sonora targata Down.
Un meccanismo che funziona alla grande, comprese le bordate che giungono sul finire, quelle laceranti della strumentale “Vertigo” e quelle opprimenti di “Running out of neck”, sigillo conclusivo di un disco che rende omaggio al “dirty south” statunitense a base di whisky e distorsioni valvolari.
Il Sud avanza e mai come in questo caso si presenta così cattivo. I Beaten Back To Pure hanno innalzato sanguinosi vessilli, prostratevi al loro passaggio!
Alessandro Zoppo