BIBLE OF THE DEVIL – Tight empire

Quando i Bible Of The Devil si esibiscono dalle loro parti c’è da scommettere che Chicago (luogo di provenienza dei quattro) è una città in fiamme! Attivi sin dal 1999 e con ben tre dischi all’attivo, questi folli rumoristi propongono una forma sporca e deviata di rock’n’roll che parte dal sound di Detroit (leggi The Stooges e MC5) e dalle mazzate hard boogie degli AC/DC e arriva a fenomeni odierni chiamati The Hellacopters e Zeke. Velocità al fulmicotone, quindi, unita a simpatiche melodie e riff devastanti di chiara matrice metal, aspetto che rende il piatto ancora più ghiotto.
Se infatti brani come l’iniziale “Shit to pimp” e la lasciva “Sexual dry gulch” strizzano l’occhio al garage e ci catapultano in locali fumosi dove sono l’alcol e il sesso a regnare sovrani, le chitarre maideniane di “Ball deep, mountain high” e “Iron university” o la furia assassina di “Fuckin’ A” (qualcuno ha detto Motorhead?) sono chiare dichiarazioni d’amore per il metallo pesante, imbastardite a dovere dalla voce sbiascicata di Amp Reed e dalle ritmiche forsennate di Lead Meat (basso) e King Rape (batteria).

I duelli epici e furiosi di chitarra tra lo stesso singer e l’altra ascia Viet Claus sono la ciliegina sulla torta (come non pensare ai Thin Lizzy sulle note di “Thou”?), tocco di classe per un dischetto che vi farà zompettare estasiati dall’inizio alla fine. D’altronde un brano così catchy come “Kickin’ birth” non si scrive tutti i giorni, sintomo di grande classe e mirabili capacità compositive, dote che non tutti possiedono nel mercato discografico attuale.

Sono promossi a pieni voti i Bible Of The Devil, a questo punto sale la curiosità di vederli dal vivo: se le premesse sono queste c’è da uscirne con le ossa rotte!

Alessandro Zoppo