BLACK CAPRICORN – Born Under the Capricorn
Risuona possente ed abissale lo stoner/doom pregno di visioni esoteriche dei Black Capricorn, al secondo episodio sulla lunga distanza dopo il fortunato esordio omonimo di due anni or sono. Si tratta di una netta conferma per la band di Kjxu e soci, i quali riescono a coniugare ancora una volta evocazioni sabbatiche e dilatata pesantezza, senza per altro risultare dei semplici imitatori di modelli in voga negli ultimi periodi.Mette già tutto in chiaro il monolite “Tropic of Capricorn”, che si rivela un’ottima mazzata iniziale, e soprattutto la suggestiva “Born Under the Capricorn”, ancestrale e sulfurea fino al midollo, grazie anche all’intervento dell’armonica e dei synth sparsi qua e là lungo il brano: un perfetto esempio di demonismo rurale dalla durata 17 orgasmici minuti!
Il disco prosegue bene con “Capricornica”, aperta per un attimo da strumenti tradizionali, prima di esplodere in un iterativo riff assassino guarnito di dilatazioni space, e con le conclusive “Double Star Goatfish” e “Scream of Pan”, che completano il roccioso e blasfemo rituale.
Pregevole l’artwork, motivo in più per non resistere all’eterno richiamo della bestia cornuta.
Roberto Mattei