BLACK HOLE – Land of Mystery (ristampa)

Dopo un prima ristampa del 2006 andata velocemente esaurita, l’etichetta Andromeda Relix (con la partecipazione del sito www.spectraweb.it) riedita per la seconda volta “Land of Mystery”, album culto dei veronesi Black Hole che da molti anni risulta uno dei dischi più ricercati della scena doom/dark mondiale. All’epoca della sua pubblicazione, nel lontano 1985, fu uno dei primissimi esempi della musica oscura che stava prendendo corpo all’interno della scena metal.Rispetto all’edizione del 2006, oggi il cd (sempre a tiratura limitata di 500 copie) si presenta in un elegante formato digipack, le bonus track sono diverse e soprattutto le tracce sono state tutte ripulite e rimasterizzate, suonando ora in maniera davvero pregevole. Il difetto che molti avevano infatti lamentato della prima stampa su cd (ovvero il fruscio del vinile che accompagnava sovente lo scorrimento dei brani) è scomparso, mentre nulla è andato perso del fascino “arcano” di queste note.
Parlando del lato musicale, è doveroso ricordare che i Black Hole furono in assoluto il primo gruppo italiano che seguì la scia tracciata dai primi Death SS, dedicandosi ad una musica oscura accompagnata da liriche trattanti magia ed esoterismo, ed è difficile, per non dire impossibile, trovare altri gruppi/artisti di quegli anni devoti a queste sonorità.
La funerea title track, l’orrifica “Bells of Death”, la spettrale “Blind Men and Occult Forces” e l’ossianica “Spectral World” sono piccole gemme di horror dark/doom metal e proseguono fedelmente il cammino maledetto degli originali Death SS (specialmente quelli del periodo “Sanctis Goram”). L’intuizione del leader Robert Measles fu comunque quella di abbinare ad influenze metal la sua passione per la new wave, arrivando così ad un’alchimia di suoni ed umori assolutamente inesplorati all’epoca.
Il maggiore pregio di “Land of Mystery” è comunque quello di suonare (e apparire) immortale; è uscito nel 1985, ma suona ancora moderno ai giorni nostri, e lo farà anche fra 20/30 anni. È musica senza tempo, e scusateci se è poco.

Marco Cavallini