BLACK HOLE OF HULEJRA – La danse macabre

Torna in mezzo a noi teste calde la grande truffa del rock’n’roll, i Black Hole Of Hulejra! Il progetto nato dalla mente malata di Fabrizio Monni (anche membro dei Clench e capoccia della label Wuck Records) giunge alla sua seconda emissione con questo ep di quattro pezzi che prosegue il discorso intrapreso con il cd d’esordio. Continua anche la saga dedicata al mitico videogioco di auto “Re-volt” e questa volta Fabrizio non si risparmia: produzione accurata (sempre considerando la dimensione “sporca” cui il lavoro si ispira), bellissimo artwork e una manciata di brani che faranno la gioia di tutti gli amanti del vero rawk’n’roll.
La musica dei Black Hole è scarna, essenziale, ruvida, trascinante, grezza: è un pieno di energia che per quanto possa mancare di originalità (per loro stessa ammissione l’idea della band è nata per riprendere tutti gli stilemi ed i luoghi comuni del rock!) ci afferra per il collo e ci scuote con i suoi chitarroni rabbiosi e la sua voce sguaiata. Emblematica a tal proposito è l’iniziale “Insecto kill”, assalto all’arma bianca condotto con piglio punk e scaltrezza rock’n’roll. Ma d’altronde non si vive di sola aggressività e allora ecco che “La danse macabre” è una sghemba ballata (ben riuscita ovviamente…) che mischia sapori country con una struttura tanto cara alle ballad dei Guns’n’Roses di “Lies”.

“Dust mite” è invece pura dinamite stoner sludge: ritmiche kyussiane servono su un piatto d’argento i vocalizzi allucinati di Fabri, a suo agio sia in fase coyote ululante sia quando cala l’asso della melodia sotterranea… “Phat slug” riprende le stesse fattezze e si lancia in un dirty rock dannato e marcio, ancora una volta interpretato alla perfezione da Fabrizio con bei riff e assoli ficcanti.

Alla fine dell’ascolto si esce dunque frastornati e contenti… Cosa vuol dire? Che la truffa è riuscita alla perfezione!

Alessandro Zoppo