BLACK LAND – Extreme Heavy Psych

Psichedelia. Pesante. Estrema. In tre concetti si racchiude un intero universo, quello che i Black Land mettono in musica nel loro secondo album. Lavoro entusiasmante per chi si nutre di doom e heavy psych, avventuroso per chi dal rock cerca sempre nuove sensazioni. Ascoltare brani come l’iniziale, travolgente “Psych N. 1” o la tortuosa, groovy, melanconica “Drowning Deeply” equivale a mettere insieme Pentagram, Hawkwind, Saint Vitus, Misfits e Fu Manchu e frullare il tutto con spezie lisergiche, senza dimenticare necessarie spruzzate metal e punk. Perché l’idea del gruppo romano nasce da lontano, dal 2001, dalle prime prove e dai primi concerti a nome Wizard e da un album intitolato “Evil of Mankind” da cui partire e al tempo stesso prendere le distanze. Nel mezzo ci sono stati e ci sono i Doomraiser, perché tre quarti del gruppo sono qui: Willer Donadoni (voce, chitarra), Daniele “Pinna” Amatori (basso), Nicola “Cynar” Rossi (batteria), ai quali si aggiunge la seconda chitarra di Manuele “Catena” Frau.Gli otto brani dell’album emanano un suono pesante e avvolgente, che fa leva su ritmiche toste e chitarre che si intrecciano a meraviglia. A questa solida base si devono aggiungere una produzione corposa e sporca quanto basta e il moog di Massimo Siravo (L’Ira del Baccano) che dona quel sapore spaziale e magmatico che non guasta mai. Unico neo la voce di Willer, non sempre all’altezza della varietà richiesta dal sound. Fronte su cui lavorare, perché nel suo disfarsi malefico “Extreme Heavy Psych” è un disco che ipnotizza e coinvolge. Dai riff minacciosi e psicotropi di “From the Black to the Rainbow” alle litanie oscure e decadenti che caratterizzano “Life and Death” passando per il retro rock ribollente di “R’n’R Bite”, è un susseguirsi di emozioni nere e liquide. Lo ribadisce il passaggio acido e acustico di “Holy Weed of the Cosmos (The Great Ritual)” ed il finale affidato a “Victims of the Cast”, quasi dieci minuti in cui si bilanciano doom, metal, punk e psichedelia. Ossia la materia di cui sono fatti i Black Land. Cosmic music for stoned people.

Alessandro Zoppo