BLEEDING EYES – One Less to My Last
Ha iniziato ad attecchire da un po’ di tempo lungo lo stivale anche il tipico metal/sludge, dopo che per anni le band italiane hanno preferito frequentare in massa altri estremismi (soprattutto black, death e metalcore), e ci pensano i veneti Bleeding Eyes a realizzare un platter competitivo che trasuda melmosa violenza da ogni solco.L’EP “One Less to My Last” è prodotto da Steve Austin direttamente nei suoi studi di Nashville e di conseguenza il sostrato sonoro ricalca alla perfezione l’impatto disturbante di Raging Speedhorn, Soilent Green, Iron Monkey e Crowbar, arricchito di violenza death-core (vengono in mente anche Obituary e di riflesso naturalmente Today Is the Day).
Cinque colpi di mannaia a partire dall’ottima “33 Papers Left” che alterna con efficacia riff circolari e accelerazioni ai limiti dell’hardcore, seguita da “Empty Crosswords”, festa di sangue sludge debitamente mescolata col death metal. “The Ring Of Fire” prosegue il discorso lasciando intravedere anche qualche influenza sudista – sempre ricoperta di esagerate limacciosità metalliche – e idem dicasi per la variegata “A Question of Light”, che condensa tutte le influenze dei Bleeding Eyes, praticamente inappuntabili nello spaccare le ossa.
Non può mancare la conclusione di esasperata pesantezza (come se fossimo reduci da una passeggiata, N.d.A.) affidata a “The Long Slow Trip”, da ascoltare sotto antidolorifici, che oltre alla consueta spremitura di feedback offre pure parti vocali deturpate, coronando una tortura complessiva di una ventina di minuti che non sfigura coi nomi del settore.
Rob Mattei