Boris – Amplifier Worship

Continua l’opera di diffusione di cult band in ambito extreme doom da parte della Southern Lord e questa volta tocca alla seconda ristampa dedicata ai giapponesi Boris. Per chi non li conoscesse, si tratta di un trio attivo sin dai primi anni ’90 con diversi dischi alle spalle usciti solo in Giappone (tra cui il terrificante esordio “Absolutego”, composto da un unico brano di 65 minuti e ristampato nel 2001 dalla stessa Southern Lord), dedito ad una forma contorta e malata di sludge doom contaminato con asprezze noise, accenni punk e divagazione psichedeliche di stampo rumorista.

Amplifier Worship” è il secondo capitolo della loro discografia, edito nel 1998 e giunto alle nostre orecchie soltanto oggi. Le influenze di Melvins e Earth sono sempre palpabili, ma i tre (Wata alla chitarra, Takeshi al basso e Atsuo diviso tra batteria e voce) rielaborano il tutto con un elevato tasso di grinta e malsana cattiveria che li porta a martoriare i propri strumenti come in preda a straripanti raptus schizofrenici.

Basta ascoltare un monolito come “Kuruimizu” (15 minuti dove si alternano sfuriate punk, rallentamenti sludge e un bizzarro finale elettro-acustico) per rendersi conto di che pasta sono fatti questi folli ragazzi, capaci di mischiare con somma abilità chitarre distorte, bassi saturi e ritmiche paralizzanti. L’intricata “Ganbow-ki” non lascia mai trasparire un barlume di luce, incentrata com’è su trame space lisergiche ed infiltrazioni tribali, stesso trattamento adottato da “Huge”, song che tartassa le nostre cellule cerebrali con uno slow tempo di chiara matrice sludge. “Hama” sembra precedere addirittura il discorso portato avanti dagli High On Fire (ascoltare le chitarre rugginose e le ritmiche al limite del metal per credere), mentre la conclusiva “Vomitself” chiude questo trip ossessivo con un riff selvaggio e svariati rumori sinistri ripetuti all’infinito, fino allo sfinimento.

Se siete alla ricerca di un viaggio nel profondo degli abissi, qui dentro troverete di sicuro pane per i vostri denti. Chi non è preparato, invece, è gentilmente invitato a starne alla larga.

Alessandro Zoppo