Crampo Eighteen – Monkey Garden

Nino Colaianni, co-fondatore con Claudio dei seminali stoners italiani That’s All Folks!, deve avere una grande passione per Peter Kember e la ricerca sperimentale di Spectrum. Crampo Eighteen, il suo progetto solista, lo vede assoluto protagonista tra chitarre, slide, basso, sintetizzatori, drum machine e voce. Ad aiutarlo ci sono un pugno d’ospiti d’eccezione: Claudio Colaianni (stavolta alla batteria), Damiano Ceglie (sempre alla batteria) e Pasquale Boffoli (gloriosa figura dell’underground pugliese, all’armonica).

Malinconico eppure coloratissimo, Monkey Garden sintetizza in poco più di venti minuti una trance music fatta su misura per chi sogna di fuggire dalla realtà. Niente di fighetto – vedi alla voce coolness – o di pretenzioso, qui dentro ci sono tanta passione per la musica e il grande spessore artistico di chi sa cosa significhi maneggiare con cura la psichedelia più adulta.

Un trip d’altri tempi sin dall’iniziale Bad Moon Rising (Keep Rollin’ è poco più di una intro), psichedelia polverosa e spirituale che ben si accoppia alla successiva Andvari, blues sciamanico che, con la scusa di tornare alle origini, gironzola nel mondo al disopra di ogni genere.

Ascoltando Monkey Garden vengono in mente certe uscite di casa Cardinal Fuzz, come i The Myrrors di Tucson o gli australiani Mt. Mountain, gente che fa delle meditazioni psych ascetiche e desertiche il proprio credo. O, meglio ancora, il lavoro solista di Fabrizio Cecchi, che a nome Trip Hill sforna dischi di sopraffino acid rock cosmico nel suo studio domestico di Calenzano. Fabrizio e Nino hanno molto in comune: sono incuranti di certe tendenze che hanno reso invasivo un genere per sua stessa natura lontano da qualsiasi collocazione schematica.

Crampo Eighteen è così, in piena trascendenza futurista (Alien Earth) e al tempo stesso pacificato con il mondo quando un’armonica lontana, come una carezza gentile, trascina Sky Is a Black Organ di nuovo sulla strada. Persino quando accelera, come nella conclusiva e smaccatamente rock’n’roll Mesmerize Yourself, Colaianni riesce ad avere un approccio gentile. Segno di una maturità pronta a stupire ancora.

Alessandro Zoppo