DAVOLINAS, THE – Edge of a new day

Arrivano al primo full length con l’appoggio della tedesca Nasoni Records i danesi Davolinas, trio dal tiro indiavolato che ha in Copenhagen la propria base operativa. Dopo un paio di demo editi nel 2003 (“Into the ocean” e “Your sleepy days are through”), la band giunge finalmente al traguardo del debutto sulla lunga distanza e si presenta all’audience internazionale con questo “Edge of a new day”. Il sound proposto è un corposo heavy rock psichedelico, una sorta di ideale punto d’incrocio tra il passato dei Blue Cheer ed il ‘presente’ degli On Trial, ma come se ad eseguire il tutto ci fossero Josiah, Nebula o i primi Fu Manchu.Riff, wah-wah e solismi infuocati dunque, sorretti da una sezione ritmica possente e precisa (che vede Per alla batteria e l’ex The Great Escape/Sons of Kyuss Uwe al basso, sostituto di Torben, ex Magnified Eye) e dal cantato sinuoso della bella Lene, che si destreggia egregiamente anche alla chitarra. Ciò che manca ancora ai Davolinas è una certa versatilità in fase di songwriting, perché in 50 minuti di durata a volte si sbanda e ci si fossilizza spesso sulle medesime soluzioni compositive. Tuttavia considerando che siamo di fronte ad un’opera prima si tratta di un difetto che in futuro potrà essere arginato. In questo senso devono essere esemplari le variazioni che alcuni episodi apportano al piatto principale. Se brani come la title track, “I want you to burn with me” o “Stormy street” sono rasoiate hard dal piglio groovy, rabbioso e al tempo stesso dilatato, “Happiness is fragile” e “Gotta connect” sono ariosi momenti psichedelici che donano ampio respiro, la cui presenza risulta fondamentale nella riuscita complessiva del lavoro.
Non a caso la conclusiva “Destiny” media perfettamente tra questi due estremi, ponendo fine a “Edge of a new day” con un distillato ‘sabbathiano’ di hard rock e heavy psych. Sono bravi i Davolinas, con un pizzico di personalità e voglia di osare in più al prossimo lavoro potranno fare il botto.

Alessandro Zoppo