DIESELBUNNY – M-A-N

Mi risulta sempre molto difficile essere obiettivo quando ho a che fare con recensioni di band finlandesi. Un Paese ricco di rocce, acqua e foreste non può che continuare a partorire band legate all’universo del rock. In uno humus culturalmente così ricco in ambito musicale non poteva mancare una dignitosa rappresentanza legata alle sonorità heavy psych.
I Dieselbunny nascono al sorgere del terzo millennio e arrivano alla produzione di questo EP solamente tre anni dopo. Cambi di formazione e progetti paralleli ne hanno rallentato la crescita. Peccato, perchè il prodotto che ci è stato consegnato è di sicuro spessore tecnico e ci presenta un combo con indubbie capacità creative.

Ma entriamo nell’analisi di questo EP. Il brano introduttivo (“Good intentions”), si apre con un fuzz guitar di matrice stoner. Ciò che immediatamente colpisce è la voce di Arttu Parkkinen permeata sulle tonalità di Geoff Tate dei mai dimenticati Queensryche. “Floating boy” ci ripropone lo stesso clichè: la chitarra sporca e calda di Antti Keränen e la melodia vocale di Arttu. Forse in quest’ultimo episodio la voce risulta un po’ più staccata rispetto agli altri strumenti. Sicuramente una timbrica alla Garcia avrebbe suonato molto più familiare nell’insieme, ma non avrebbe avuto senso cadere nello scontato…

Ad accelerare i ritmi ci pensa “King”. Il brano più metal tra i cinque proposti. Riff taglienti e base ritmica marcata, sostenuta dal basso di Tony Niemelä e dalla batteria di Teemu Hautaniemi. “Sweet fever” appare molto più scanzonata. Un raw’n’roll stradaiolo che ben si addice a serate alcoliche. Il pezzo conclusivo è affidato a “Heyman burning”, assalto frontale con un muro fuzz quasi invalicabile.

I Dieselbunny hanno le carte in regola per far bene. Le sonorità espresse dalla chitarra di Antti Keränen trasudano stoner da ogni nota. Se riusciranno a scrollarsi di dosso parte della corazza metal che per esperienze passate si portano dietro, potranno dire la loro nell’ambito della scena stoner scandinava.
Alkaa poikat!

Peppe Perkele