Doomraiser – Lords of Mercy

Che l’olocausto alcolico abbia inizio. I Doomraiser si confermano una possente macchina da guerra e con il loro esordio ufficiale (edito da Iron Tyrant dopo una demo e il 7″ The Old Man to the Child) celebrano un rito pagano nel sacro nome della musica del destino.

Cinque brani per una durata complessiva di 58 minuti, una odissea nei meandri del doom, nero come la pece, vivo nelle sue mille sfaccettature, magico nel mettere in musica tutti i colori del buio. Cynar (voce), BJ (basso), Pinna (batteria), Valerio e Drugo (chitarre) hanno trovato un amalgama speciale, suonano come una macchina rodata da anni, la loro armonia è evidente dalla prima all’ultima nota del disco. Che prende inizio con quello che è ormai un classico della band, The Age of Christ: doom metal tosto e vibrante, con una melodia rocciosa che si stampa in mente fin dal primo ascolto. Perfetta colonna sonora di una sbronza colossale con gli amici.

La produzione di Giuseppe Orlando agli Outer Sound Studios non fa che migliorare le cose, rendendo il sound ancora più granitico e possente. La mini suite The Old Man to the Child ne è esempio: aperta da un sample tratto da Il cielo sopra Berlino, è una matassa dal groove mozzafiato, profonda ed elaborata, con una coda evocativa che mette i brividi per intensità e fascino ancestrale.

Doomraiser è un inno di battaglia, una canzone che coniuga impatto, melodia e un’avvolgente cappa psichedelica degna dei primi Orange Goblin. Funeree vibrazioni ‘sabbathiane’ caratterizzano Metamorphosis, colosso che dà il via alla conclusiva, monumentale Doomalcoholocaust, orgia sonora che celebra con lentezza asfissiante la conclusione di un fantastico, onirico, devastante, alcolico trip.

Per coerenza, attitudine, passione e – diciamocelo – un pizzico di campanilismo, Lords of Mercy è il nostro disco doom dell’anno.

Alessandro Zoppo