EASY CHAIR – Easy Chair

Giovani freak del Northwest da amare incondizionatamente. Born losers per antonomasia, gli Easy Chair pubblicano nel 1968 un album registrato da un lato solo della durata di 20 minuti, ricordato soltanto da vinilisti monomaniaci di tutti i tempi. Troppo poco per passare alla storia, potremmo obiettare. Ma le comparsate con Yarbirds e Cream attirano l’interesse di un certo Frank Zappa che scippa loro Jeff Simmons (basso e voce) per i suoi Mothers of Invention.
Andando al disco in questione, le gioie non sono poche. La melliflua “Slender Woman” in apertura è dolce e carezzevole come psychedelic dream doorsiano. Quasi dieci minuti di miele e joint inside this house…. “My Own Life” è puro West Coast meets Cream a bomba con supereroi quali wah wah e fuzz. Quello che colpisce è la già alta qualità di scrittura che hanno questi junkhead. Il finale è il manifesto che porta lo stesso nome del gruppo e sarebbe piaciuta a un certo Booby Liebling per il suo incedere potente e dark al contempo. Dopo questo, l’oblio. Non per tutti, ma per il gruppo siffatto è la sparizone. Fino ad oggi. Perché grazie alla World In Sound la malasorte ancora una volta è stata smarcata. Godiamone tutti.

Eugenio Di Giacomantonio