EGYPT – Become the Sun

Storia particolare quella degli Egypt, formatisi a Fargo (North Dakota) nel 2003 e sciolti nel 2005. In quei due anni la band realizzò una demo, successivamente stampata in vinile dalla Lyderbhorn Records in edizione limitata a 500 copie, ben presto esaurite. Nel 2009 fu la Meteorcity a ristampare lo stesso in CD. Intorno al 2012 il gruppo si riforma con due dei tre membri originali, Aaron Esterby (basso, voce) e Chad Heille (batteria), e il nuovo arrivo Neil Stein alla chitarra, in sostituzione di Ryan Grahn. “Become the Sun” è l’album del ritorno, in realtà un debutto poiché il precedente lavoro era un EP di 4 tracce. Verosimilmimente si puù parlare di vero e proprio nuovo corso: fermo restando il nome, la band non ha modificato di molto il sound, che resta uno stoner doom con richiami alla psichedelia, al southern, al blues e ovviamente all’hard rock. Nel precedente lavoro vi era una verve desert che oggi sembra venir meno, seppure non svanita del tutto.Il suono degli Egypt di oggi mostra un irrobustimento sia sul versante vocale che in quello sonoro. In alcune songs emerge anche un’attitudine stradaiola alla Leadfoot, formazione che nella seconda metà dei 90 realizzò un paio di interessanti album hard southern stoner e con membri che provenivano dai Corrosion of Conformity. “Become the Sun” è un buon lavoro, gli elementi ci sono tutti: heavy riff, wah wah, corpose vocals, l’odore del whisky e la polvere che il vento ti soffia addosso. Ogni tanto i ritmi si fanno più cadenzti, ma sono istanti perché si torna prontamente ad incalzare, tra ZZ Top, Black Sabbath, Five Horse Johnson, Clutch, Albatross Overdrive e accenni doom.
Gli Egypt ci consegnano 10 tracce di hard southern stoner doom niente male: chi aveva amato il loro EP qui troverà meno psichedelia e molto più fango. Niente Valle dei Re o misticismi legati all’antico splendore dell’Egitto che fu, le acque sembrano quelle del Mississipi anziché del Nilo. Tra i brani, segnalazione per una cover dei Deep Purple, “Black Night”, riproposta secondo i canoni Egypt ma abbastanza fedele all’originale.

Antonio Fazio