FLATTBUSH – Smash the octopus!

Nelle Filippine, nei lontani anni ’60, un gruppo di studenti formò una band chiamata Flattbush, collettivo che esprimeva attraverso la musica popolare ed il rock il dissenso verso forme intolleranti di dittatura diretta ed indiretta. Oggi, a quasi 40 anni di distanza da allora, il nome Flattbush torna in vita grazie alla caparbietà dei fratelli Arman e Riko Maniaco, i quali in compagnia dei metal freaks Ray Banda e Bradlee Walther ci illustrano le condizioni di vita degli immigrati filippini negli Stati Uniti condendo musica ed attivismo sociale.
“Smash the octopus!” è il loro album d’esordio e se già dal booklet si intuisce quale sia il messaggio lanciato dal punto di vista ideologico, i tredici pezzi che compongono il disco si muovono su territori al limite tra il metal estremo ed il crossover: si potrebbe parlare di una versione grind dei Faith No More, una sorta di jam allucinata tra Mike Patton e i Napalm Death…non a caso, leggendo meglio tra i credits, si scorge il nome dell’ex FNM Billy Gould dietro il banco di produzione. Un proposta molto forte, quindi, che unisce i tempi tiratissimi del grind e dell’hardcore con chitarre affilate e contorte aperture vocali.

I frequenti cambi di tempo inseriti qua e là denotano capacità tecniche più che buone, mentre quel che ancora manca è una maggiore versatilità in sede compositiva, difetto che rende le tracce sin troppo simili l’una all’altra. Per il resto la furia distruttiva di brani come “Kontra’tado!”, “Batas militar” o “Death squad” (intervallati da samples tratti da “The Golf War documentary”) ben esprime i contenuti corrosivi del disco, un’invettiva contro la leadership politico-sociale statunitense che minaccia ed emargina.

Badando solo alla musica e senza voler entrare nel merito delle posizioni espresse, i Flattbush si dimostrano quindi un gruppo particolare e molto incazzato, che però ha ancora bisogno di maturare per trovare un proprio stile. Per il momento il loro debutto un ascolto, anche di sfuggita, lo merita…

Alessandro Zoppo