Glincolti – Terzo occhio / Ad occhi aperti

Avevamo lasciato Glincolti all’esordio omonimo del 2012 e tanto tempo è passato da farci pensare ad un abbandono delle scene.

A sorpresa, la Go Down Records pubblica questo oggetto curioso: quattro tracce live nel Lato A che prendono il nome di Terzo occhio e tre pezzi nel Lato B, chiamato Ad occhi aperti. Curioso in quanto non avevamo mai assistito ad uno split album con una band sola (!) ma tant’è: una volta messo il vinile sopra il piatto, intuiamo il perché di questa scelta editoriale.

I pezzi live suonano liberi ed anarchici. Una jam acida registrata nella suggestiva location del Labirinto del Masone di Parma durante la serata del 3 agosto del 2017. Spunti hard, frizzanti incursioni jazz, rallentamenti a sorpresa nelle trame semi prog (Il medico) ci fanno assistere ad una formazione concentrata sui propri strumenti, intenta a creare musica cosmica immortale. La Marea che ci culla nel finale ci fa rimpiangere di non essere stati lì quella sera a vedere la magia strumentale compiersi. Peccato.

I restanti inediti che vanno sotto il nome di Ad occhi aperti non cambiano di molto il registro espressivo dei cinque, ma si avverte la mediazione del pensiero logico in fase di composizione.

La prima sorpresa è la voce di Sara (vocalist della band doom dei Messa) che dona a Triporno un appeal soul di lampante bellezza. Non siamo nella zona calda dei Blues Pills ma poco ci manca. Ad occhi aperti (il pezzo) è freschissimo: prendete il rock e fatelo saltellare nell’allegria della lounge music. Qualcosa di simile lo fecero venti anni fa gli Euroboys (costola strumentale e cinematica dei Turbonegro) nel tempio DIY dello stoner desert a nome Man’s Ruin.

Il finale di Insonnia è ancora più divertente e ludico di tutto quello che abbiamo sentito finora: da una impro percussiva di attrezzi casuali ci introiettano nel momento della creazione hic et nunc.

Non è da tutti fare un regalo così al proprio pubblico.

Eugenio Di Giacomantonio