HIGH ON FIRE – Blessed Black Wings

Sarà la centesima volta che il mio giradischi suona “Blessed Black Wings” e, ad ogni ascolto, ho sempre la stessa sensazione…quella che da un momento all’altro l’ascoltatore possa venire travolto da una gigantesca sfera di metallo nero, infuocata e lanciata a folle velocità.No, non sto esagerando!Il nuovo lavoro di Matt Pike, Joe Preston e Des Kensel è a dir poco superlativo!
Il primo “The Art Of Self Defense” mostrava già una band con delle potenzialità immense, un po’ acerba forse e molto legata alle sonorità tanto care agli Sleep.Con il secondo album “Surronded By Thieves” gli High On Fire decidono di iniziare a mollare il doom, andando a ricercare un genere più personale, a tratti tribale.Con l’ultima fatica “Blessed Black Wings” troviamo, finalmente, una band matura, realizzata, che dimostra di essersi saputa evolvere andando a cercare un posto sulla “mappa musicale” che nessuno aveva mai osato occupare fino ad ora.
Questo album inizia dove “Surronded By Thieves” finiva, con il grandissimo Des Kensel impegnato a riprendere la sfuriata tribale che chiudeva la song “Razor Hoof”.Già da questo particolare si riesce ad intuire che lavoro maniacale ci sia stato alla base della stesura di “Blessed Black Wings”, sono particolari da non tralasciare quando si ha a che fare con la folle genialità di personaggi del calibro di Matt Pike e Co.
L’album si apre con “Devilution” (titolo che, a mio parere, sintetizza appieno l’evoluzione stilistica intrapresa dai tre), un drumming furioso e tribale, una voce demoniaca ed urlatissima supportano i killer-riffs di Matt Pike in quest’ottimo pezzo intelligentemente scelto come “opener” del disco.Pezzo il cui intento è chiarissimo: shockare l’ascoltatore (con il brano più veloce mai composto da Pike) sin dal primo minuto per prepararlo al brutale devasto sonoro che seguirà!
“Blessed Black Wings” è una scheggia e non c’è un ‘attimo di respiro!I bellissimi stacchi acustici di “The Face Of Oblivion”, di “Cometh Down Hessian” e di “To Cross The Bridge” sono piazzati in alcuni punti strategici del disco e servono a rincarare la dose, sottolineando ancora di più, l’estrema brutalità di questa magnifica opera targata High On Fire.Le melodie vocali della stupenda “Brother In The Wind” (uno degli episodi migliori del disco) di “Anointing Of Seer” e di “To Cross The Bridge” ci mostrano un Matt Pike nuovo, sperimentatore, che dimostra di aver raggiunto una maturità artistica non indifferente!
Il disco si conclude con la strumentale “Sons Of Thunder”.In questo brano, supportato da una batteria tonante e tribale, le furiose trame di chitarra ascoltate in precedenza vengono rimpiazzate da una serie ossessiva di accordi lenti che vanno, man mano, introducendo un lungo assolo di Pike che termina regalando all’ascoltatore un finale trionfante!
“Blessed Black Wings” è un album colossale e dannatamente metal, il cui unico scopo è quello di distruggere tutto ciò che gli si presenti davanti.
Il drummer Des Kensel polverizza letteralmente le pelli ed entra di diritto nel gotha dei migliori batteristi in circolazione.Kensel si distingue dai suoi colleghi, però, non grazie all’abilità di poter suonare qualsiasi cosa in mille stili diversi, bensì grazie alla sua brutalità nel percuotere i fusti.Brutalità che si fonde perfettamente sia con la matassa sonora creata dalle chitarre di Pike che con il groove immenso di Joe Preston, conferendo agli High On Fire un tiro del tutto unico, personale e micidiale!
Matt Pike è un mostro!E’ mutato parecchio dai tempi degli Sleep e con questo nuovo album è riuscito a creare la sua ennesima opera d’arte!Ci troviamo di fronte ad un genio che non ha alcun timore nel mettersi in gioco e la cui parola d’ordine è stupire!
E con questo “Blessed Black Wings” mi ha stupito parecchio!
Gli arrangiamenti dei pezzi, la cattiveria racchiusa nei riff e nei suoni di chitarra, ma soprattutto la voce!La ricerca della melodia, associata alla potenza sprigionata dalle corde vocali dell’ex Sleep, è qualcosa di incredibilmente affascinante e magnetico, ascoltare per credere!
Il vero valore aggiunto di questi “nuovi” High On Fire è, però, Joe Preston.Apparentemente in penombra si dimostra,invece, il punto di forza di questa band conferendo ai pezzi di “Blessed Black Wings” un groove incredibile.Sicuramente l’esperienza maturata con i Melvins deve aver aiutato parecchio Pike e gli High On Fire a portare questo disco al livello che possiamo tutti ascoltare e percepire.
Ultimo, ma non meno importante e fondamentale, il lavoro di Steve Albini, qui impegnato nelle vesti di producer/engineer e vero e proprio ingrediente segreto della miscela esplosiva High On Fire! Albini è stato in grado di creare un “wall of sound” spaventoso, contribuendo non poco nella riuscita di questo capolavoro!
Se gli Sleep possono essere chiamati in causa come i padrini dello Stoner/Doom mondiale, abituiamoci a considerare gli High On Fire come i capostipiti di nuovo genere musicale che potrebbe essere etichettato come “Stoner/Metal”!
“Blessed Black Wings” è già un “masterpiece”.
Da avere assolutamente!!!

The Rawker