HOGNOSE – Longhandle

Assatanati, sporchi e deviati, con uno joint d’erba in bocca ed una bottiglia di whisky tra le mani. E’ più o meno questa l’immagine che si ricava dall’ascolto di “Longhandle”, nuovo lavoro dei texani Hognose, gruppo che fa della propria intransigenza sonora il suo punto di forza e al tempo stesso il suo limite. Qualcuno li ha definiti come un picnic tra i Black Sabbath ed i Butthole Surfers ma se si ascoltano con attenzione le 9 tracce di questo dischetto ciò che ne viene fuori è un sound sì rozzo e slabbrato ma mai fine a se stesso.
Piuttosto la voce grezza e sguaiata, le chitarre sature e voluminose, le ritmiche secche ed incisive e una produzione polverosa e sin troppo ovattata ci indirizzano dritti verso una forma di fat & dirty stoner rock tanto cara agli ultimi Orange Goblin o ad alligatori sudisti come Alabama Thunderpussy e Throttlerod. A tal proposito basta spararsi a volume disumano il tris di canzoni iniziale (“Sneech”, “Get your hands off my neck” e “L.T.D.”) per rendersi conto della dimensione pachidermica che assumono le composizioni degli Hognose. Pesantezza certo connaturata allo spirito della band ma che come detto si rivela anche una asfissiante camicia di forza. Non che il disco sia malvagio, anzi, supera il livello medio delle uscite in questo campo, ma tanta violenza, un sound così ostentatamente senza compromessi rischia spesso di stancare.

Fortuna che quando i ragazzi spingono il bottone del southern duro e puro (“Waxahachie”, “Black angus”) riescono a sfornare belle botte quadrate, coinvolgenti e dunque assolutamente degne di lode. Lo stesso discorso vale quando si apre qualche spiraglio d’aria nella fitte coltre di riff ciccioni partoriti (“Fountainhead”) o quando i tempi rallentano e per spezzare il ritmo fanno la loro comparsa vocals espressive e una focosa armonica (“Fourteen wide”).

Se siete alla ricerca di una scossa possente e dinamitarda gli Hognose fanno al caso vostro. L’ascolto di “Longhandle” è un calcio in faccia (o nelle parti basse, come preferite…) che vi catapulterà in un locale malfamato di Austin.

Per stomaci forti.

Alessandro Zoppo