INFINITE LIGHT LTD. – Infinite Light Ltd.

Un paesaggio libero, malinconico e spettrale fotografato in giallo e nero da Christy Romanick. Così si presenta Infinite Light Ltd., progetto che vede coinvolti Aidan Baker (Nadja, Whisper Room, Arc), Mat Sweet (Boduf Songs) e Nathan Amundson (Rivulets). Il primo ci mette glitching noise e ambient dronica; il secondo quel tocco cantautoriale scarno e inquieto che ha fatto apprezzare album come “Lion Devours the Sun” e “How Shadows Chase the Balance”; il terzo le radici country folk intime e poetiche sospese tra il fantasma di Nick Drake e le derive slowcore dei Low. Il risultato è un disco di dieci brani dalla potenza notevole, un collage di suoni che affascina e attrae irresistibilmente proprio per la varietà diffusa di prospettive e scrittura.Il lavoro, edito dall’attenta Denovali Records, è stato registrato dai tre artisti nei rispettivi studi durante i freddi mesi dell’inverno del 2010. Successivamente assemblato e portato in vita. Questo mélange di stili e situazioni è restituito dalle composizioni, che non perdono mai in compattezza e coesione. Anzi, risplendono di una luce soffusa e tenue, quella di un inverno foriero di ispirazione e creatività.
“December 12” apre il disco con chitarre liquide e sospese, vocals delicate, rumori ed effetti che rimandano ad un fuoricampo lontano e misterioso. “Vision of God in a Cowbarn” e “(More) Weather” poggiano su sinuosi accordi acustici in punta di chitarra, dalla tradizione folk alla dissezione vocale che giunge al drone, all’elettronica sintetica e al noise ovattato di “Weather” e “Down Among the Mashers Part 4”. “The Bullet Sent to Kill Me Is Already On Its Way” è uno dei vertici dell’album: splendida esecuzione psichedelica delle impalcature (post) rock che hanno reso June of ’44, Codeine e Slint punti di riferimento. Un minimalismo di forma bilanciato da una ricchezza strumentale enorme, perché la pallottola è giunta a destinazione e ha trafitto il cuore. L’eco di alcune note di pianoforte perse nel vento (“Surprising Spectral Illusions Showing Ghosts Everywhere and of Any Colour”) è interrotta dal tepore ambient di “Eyes of Snow”, cui fa da contrappunto un impianto vocale tanto distante quanto labirintico e morbido.
“The Sophic Putrefaction” è un cupo, ipnotico e astratto passaggio strumentale che lancia il blues ammaliante, sghembo e dissonante della conclusiva, meravigliosa “All Blues”. La putrefazione sonora è giunta a compimento. Tutto si è scioto in una melanconia mai così necessaria.

Alessandro Zoppo