LAST MINUTE TO JAFFNA – Volume III

Uno potrebbe obiettare: “Dopo sei anni ve ne uscite con due canzuncelle e le versioni acustiche di tre brani dell’unico disco che avete pubblicato?”. Un altro potrebbe esclamare: “Questo EP rappresenta un grande ritorno, avete raggiunto la maturità artistica, attendiamo impazienti il nuovo disco!”. Decidete come schierarvi dopo l’ascolto: magari vi troverete a scegliere un altro punto più congeniale sul continuum tra i due estremi.Gianmaria Asteggiano (basso), Danilo Battocchio (chitarra), Valerio Damiano (voce, chitarra) e Andrea Pellegrino (batteria), dopo aver dato alle stampe nel 2006 il primo EP omonimo e nel 2008 l’eccellente esordio “Volume I”, ritornano all’attenzione con “Volume III”, che anticipa la pubblicazione del già registrato “Volume II”. In questo EP (3 brani di “Volume I” e 2 inediti, come sottolineava il doppelgänger cinico a inizio recensione), i Last Minute to Jaffna si avvalgono del contributo di Fabrizio Modenese Palumbo (chitarra, kalimba, viola elettrica) e Stefano Casanova (flicorno tenore).
Il primo dei due brani inediti è “Chapter XIII”: il flicorno tenore di Casanova arricchisce di sottili venature jazzy l’atmosfera crepuscolare di questa composizione, che strizza l’occhio allo slowcore più cupo. Poco dopo metà brano, l’incedere diviene ipnotico (anche grazie al lavoro percussivo) fino ad un crescendo convincente, per giungere alla chiusura del cerchio nel malinconico finale. Il secondo è “Chapter XXV”, sul quale aleggia lo spettro di un Mark Lanegan particolarmente ubriaco (anche se i nostri citano l’apertura ad un concerto del nume Scott Kelly come principale ispirazione per questo lavoro), magari in combutta con qualcuno degli influenti musicisti della scena di Seattle (ma di certo non le “squallide meretrici svendutesi per compiacere quel mostro fagocitante di nome Mercato”), anch’essi persi tra fumi di sostanze psicotrope e tristezza.
I tre brani di “Volume I” (“Chapter V”, “Chapter VI”, “Chapter XI”), riarrangiati in chiave acustica (l’ultimo proposto in una registrazione dal vivo), fanno comprendere come i nostri sappiano scrivere valide canzoni (“Chapter VI” è quella che regge meglio il confronto con la “sorella elettrica”): queste versioni scarnificate ribadiscono perché si sia generata una fremente attesa per il nuovo disco.
Aspettando “Volume II”, quindi, ho trovato la mia collocazione temporanea nel continuum di cui sopra e asserisco: “fatto bene, ragazzi!”.

Raffaele Amelio