L’IRA DEL BACCANO – Terra 42
A 7 anni dall’esordio “Non Sedes Is – Live MMVII”, L’Ira del Baccano si materializza sul pianeta con “Terra 42”, attesissimo secondo capitolo delle avventure doomdelic rock partorito dalla formazione nata dalle ceneri dei grandi Loosin’ O Frequencies. Alessandro “Drughito” Santori (chitarra), Roberto Malerba (chitarra, synth), Sandro “Fred” Salvi (batteria) e Luca Primo (basso) ottengono la complicità dell’agguerrita Subsound Records e ci inondano di quasi 60 minuti di sopraffina heavy psichedelia strumentale. Ispirato dal Douglas Adams del fondamentale “Guida galattica per gli autostoppisti”, il gruppo ha ormai raggiunto una sorprendente maturità stilistica e compositiva. Uno stile riconoscibile tra molti, contraddistinto dai consueti e dovuti riferimenti (tanto per restare sull’ovvio: Black Sabbath, Hawkwind, Grateful Dead, Ozric Tentalces, Motorpsycho) e da una perizia tecnica che nel genere ha pochi eguali.
Le tre parti che compongono “The Infinite Improbability Drive” sono un’avventura spaziale assoluta: riff granitici e dilatazioni improvvise, synth ipnotici e ritmiche incalzanti (unico neo: l’eccessivo slapping di basso), valanghe di epico groove e una sana attitudine progressiva che evita accuratamente la masturbazione. Sul sentiero della Grande Dea Madre, “Sussurri… Nel bosco di Diana” è stoner doom gilanico che avvinghia e stordisce; esplorando l’infinito teatro del cosmo, “Volcano X13” è la summa del Baccano pensiero, l’attacco psichedelico sferrato dai temibili androidi Vorak per cancellare ogni residuo di sterile forma-canzone e fare della jam astrale l’unica e sola via d’uscita dal Caos.
Potremmo calcolare le nostre probabilità di sopravvivenza, ma non ci piacerebbe. La soluzione migliore è far girare sul piatto “Terra 42”. Ancora, ancora, ancora…
DON’T PANIC.
Alessandro Zoppo