LOINEN – Loinen

Tornano a distanza di un anno da “Noiseferatum” i finnici Loinen, con un nuovo full-lenght dal titolo omonimo (come il debutto del 2007). Band atipica nel panorama sludge contemporaneo, alfieri del lo-fi e con quel gusto weird che li rende assimilabili a band come i redivivi Nightstick e i compianti Karp. Mancanti di chitarra e forti di due bassisti in formazione, i quattro partono a spron battuto con “Portto”, uno sludge mefitico e ossessivo; ripetizione del riff allo sfinimento e scream malato. “Kuolemanselli” e “Tässä Talossa” non cedono di un centimetro, anzi, inaspriscono il discorso aumentando di dinamismo. “Ruumishuone” con la sezione di archi che intona una melodia malinconica mentre sotto continua imperterrito il massacro sonoro, impreziosisce e stacca dal trittico d’apertura. Dopo una ripresa dei toni standard e una leggera apertura black metal con “Sekaisin”, è il turno di “Jerusalem”. Il canto intonato da un muezzin viene inframezzato da una batteria freeform e dal cantato che si trasforma dallo screaming dei primi pezzi a un lamento continuo, ossessivo e disturbante. “Kumijeesus” è la cavalcata che fa da preludio a “Hyödytön Eläin”, pezzo di chiusura: oltre nove minuti di progressione, stop e ripresa del tema fino all’ossessione e alla conclusione tirata, manifesto della musica targata Loinen. Il quartetto finlandese pubblica quello che finora è il loro lavoro più solido e anche malsano. Uno sludge cattivo, infimo e con un piglio freak, consigliato a tutti coloro che amano il lato più weird e sperimentale del genere in questione.

Giuseppe Aversano