LOTHORIAN – Welldweller

La seconda uscita di Acid Cosmonaut Records è qualcosa di maligno. La descrizione dell’ultimo giorno sulla terra. O qualcosa di simile. Gli autori, provenienti dal Belgio, sono i Lothorian. I cinque devono aver fatto una grossa scorpacciata di Electric Wizard, Sons of Otis, Warhorse e tutto quel doom tinto nella psichedelia più scura, fino a risultare una divagazione space olocaust. D’altra parte le band provenienti dai Paesi Bassi hanno sempre avuto una particolare propensione verso la combinazione di elementi chiari con elementi scuri. Basti ricordare un gruppo come i Toner Low, a cui i nostri si avvicinano molto: ottima scrittura e imprevedibilità. Come scardinare l’ortodossia doom e risultare originali.La mezz’ora di “Welldweller” offre, senza cadute di tono o ammorbamenti che portano allo sfinimento, una bella introduzione sul mondo dei Lothorian. “Witchhunt” e “Atmosphere” sono strumentali e offrono ai nostri la possibilità di correre a briglia sciolta tra un rifferama ultra heavy e cambi di direzione inaspettati. La doppietta “Doomsday Calling” e “Cult” paga un po’ troppo il tributo allo Stregone Elettrico ultimo periodo (ma è proprio Jus Osbourne, quello che sentiamo nella coda di “Doomsday Calling”?), senza però risultare fuori contesto. Finale ottimo con il sabbatthismo di “Shallow Ground”, il saluto ai maestri, senza i quali nessuno sarebbe potuto essere.
La qualità sembra il tratto distintivo di tutte quelle etichette che nel nostro paese stanno portando avanti la tradizione della musica underground heavy psych doom. Un plauso a questi personaggi che puntano, tra mille difficoltà di ordine economico e promozionale, a portare avanti il discorso. Vero manipolo di eroi a cui noi tutti dovremmo essere riconoscenti. For those about to rock we salute you!

Eugenio Di Giacomantonio