MECHADDOAR – Oans + Zwoa + Dreist

L’esperienza di appassionato ed ascoltatore di rock conduce inevitabilmente attraverso gli anni ad un percorso sonoro sempre più variegato. Ciò permette di avviare contatti con le forme sonore più disparate, realizzando che se da una parte con sommo piacere si aprono nuovi orrizzonti, dall’altra se ne verificano tristemente la fine di altri. In particolare l’hard rock, l’heavy metal, il doom e lo stoner sono finiti in una sorta di limbo senza uscita, salvo rare eccezioni. Generi che ripetono spesso i consueti canoni, ma rivivono grazie ad altre forme di rock quali lo space, la psichedelia, il progressive e certo post / alternative, capaci di trovare soluzioni stilistiche tali da renderli non solo interessanti ma talvolta persino molto originali. A conferma di tutto ciò, dalla Germania arriva la one man band Mechaddoar. Totalmente e volutamente underground, il progetto (che nello slang bavarese significa qualcosa come «lo voglio fare» oppure può diventare “mekkadoor”, la porta per la mecca) è la creatura di Christian Zinke.Mechaddoar è un laboratorio che si divide in 3 EP per un totale di 17 brani, chiamati “Oans”, “Zwoa” e “Dreist”. Questi lavori sono stati realizzati da Christian tra il luglio del 1997 ed il gennaio del 1998 e ora disponibili per ascolti e download su Bandcamp. Ne scaturisce un interessante viaggio sonoro che Zinke definisce alternative psychedlic Berlin. Con chitarra acustica, semi Gretsch e un organo a buon mercato su alcune canzoni, bongos, uova shake, bastoncini cinesi, un microfono, chitarra multieffetto Korg, Boss digital delay e un sacco di erba su altre, Christian registra su un Tascam 8-Track-Cassette-Recorder e improvvisa davvero tanto. La psichedelia regna sovrana, a volte più acida altre più sperimentale, talvota oscura, occasionalmente noise tra kraut rock, Velvet Underground e The Stooges. In un brano dall’eloquente titolo “Doom”, viene in mente anche il nostrano Paul Chain, quello più sperimentale. Ma in generale, si colgono diverse influenze che attraversano le ultime tre decadi di psych rock sperimentale e alternativo. Il consiglio però è soltanto uno: ascoltate Mechaddoar, ad ognuno potrebbe dare una sensazione diversa.

Antonio Fazio