MIDRYASI – Black, Blue & Violet

Ritorno sulle scene per i Midryasi, band che giunge dalla provincia di Varese. “Black, Blue & Violet” è il loro terzo album e arriva a quattro anni di distanza dal riuscitissimo “Corridors”. In precedenza avevano licenziato nel 2005 il debutto omonimo (versione rimasterizzata della prima demo), cui vanno aggiunti lo split con i Doomraiser del 2008, “Behind the Same Cross”, e la partecipazione alla compilation “Heavy Psych Italian Sounds” col brano “Hissybilum”, sempre nel 2008. La prima novità di “Black, Blue & Violet” è l’inclusione di un quarto elemento nella formazione, ovvero Udz alle tastiere, già membro dei prog metallers Nekrosun. L’uso dello strumento in realtà non è una novità assoluta per il gruppo, che in passato aveva sperimentato questa formula, seppure in misura ridotta e soltanto in studio. Questo cambio di line-up porta i quattro ad un ulteriore passo avanti: il sound ne risulta indubbiamente arricchito, la vena ipnotica è accentuata ed una maggior enfasi si aggiunge al loro bizzarro psycho doom.”Black, Blue & Violet” dovrà consacrare lo status di cult band a realtà indiscussa del nostro panorama e non solo: i Midryasi ci avvisano sin dal titolo, ad attenderci è un viaggio nei meandri inconsci. I tre colori citati non sono affatto casuali. Il nero è l’oscuro, il buio, il niente; parziale ritorno con il placido blu, colore della contemplazione; si ripiomba nel limbo con il viola, colore che annuncia il cordoglio ed è anche il colore dell’occulto.
Apre l’album “The Counterflow” ed è subito malsana ipnosi. La band mette subito in chiaro un concetto: i 70’s sono una grande lezione, non una mera ossessione. Il sound risulta attuale e personale, ci mostra sin da subito come la formazione sia cresciuta sotto tutti i punti di vista, tecnicamente e compositivamente. Un gruppo conscio del proprio potenziale. Lo stesso Convulsion – che si era fatto apprezzare per un timbro da novello Liebling – sembra aver trovato una propria identità stilistica. “Diagonal” è l’ennesimo atto di follia a metà tra occult e psichedelia; “Behind My Ice” è una ballata sofferta e delicata, momento riflessivo che conferma i passi avanti fatti da un Convulsion istrionico e disperato; “Back in the Maze” è hard psych ispiratissimo con l’imprenscindibile tocco ipnotico; la title track si apre in odore di funk psych, per poi diventare uno dei momenti più psicotici dell’album, nonché tra gli apici dello stesso. “The Nuclear Dog” è un passaggio free dove liberare il proprio wild side. A chiudere i giochi l’heavy doom riff di “Hole of the Saturday Night”, altra song pazzesca e summa dell’ipnotica follia che pervade l’intero lavoro.
Le influenze dei Midryasi vanno da Arthur Brown agli High Tide, dai Sabbath sperimentali ai Pentagram e fino ai Cathedral giù nello psych prog più oscuro. Insomma, i Midryasi hanno realizzato un grande album, tra le migliori uscite di questo inizio 2013: la band è cresciuta e ne dà notizia.

Antonio Fazio