NARRENSCHIFF – Of Trees and Demons

Leggere il nome di James Plotkin nel retro copertina di un CD è sinonimo di qualità. La mente aperta che ha forgiato il suono pesante con Khanate, Scorn e moltissimi altri, presta la sua sensibilità a molti di coloro che richiedono i suoi favori. Ultimi in ordine di tempo sono i Narrenschiff, la nave dei folli (titolo del romanzo di Sebastian Brant), band di Senigallia che ha richiesto il master dei propri pezzi a Mr. Plotkin per creare un wall of sound post kyussiano formidabile. I ragazzi, dopo una demo autoprodotta nel 2014, vengono intercettati dalla Red Sound Records (Le Scimmie, Choriachi, Palmer Generator, tra gli altri) per il nuovo “Of Trees and Demons”, album feroce e viscerale da buttare giù come un whisky dalla torba robusta.
I primi tre brani (“Ocean”, “Atomic Axilla, Robot Godzilla” e “Suzy”) pagano il pegno agli ascolti ripetuti dei grandi quattro provenienti dalla Sky Valley, anche se non mancano le sorprese come il rallentamento finale in “Suzy” che dona all’ascolto dinamismo e piacevoli sorprese. La title track vede un leggero cambio di influenze e il suono si tinge di colori industriali. Immaginiamo dei Killing Joke in botta sabbatthiana con cilum appena spenti. “Desert” è Orange Goblin al cento per cento, ossia lo stoner da una prospettiva di metallari fumati. Il finale di “57” e “Event Horizon” meglio rappresentano il concept dei Narrenschiff: venti minuti di briglie sciolte dove il THC ha prodotto il suo effetto, i ritmi scendono e si gode più lo stile che la forza bruta, anche se non si rinuncia al riff mammut ed al cantato al vetriolo. Mattia Leonardo, Riccardo e Gerson De Oliveira hanno prodotto un bel disco di classic stoner rock con uno stile personale e riuscitissimo. Seguiteli e puntate su di loro.

Eugenio Di Giacomantonio