OAK’S MARY – Promo ep 2005

I tempi dell’esordio “Tamarindo” sembrano ormai lontani per i piacentini Oak’s Mary. Il loro debutto era infatti un buon disco, ispirato e certamente ben suonato, ma ancora acerbo nella varietà del songwriting. Ora esce questo promo ep di quattro pezzi, riservato agli addetti ai lavori, succosa anticipazione di ciò che sarà il secondo lavoro della band, la cui uscita è prevista in autunno. E l’evoluzione sonora dei quattro sorprende non poco.Le coordinate hard e heavy blues, mischiate con l’indie ed il desert rock, rimangono salde e stabili. Ciò che muta è l’attitudine, lo stile, stavolta molto più definito, meglio messo a fuoco. Si percepiscono forti echi del movimento desertico legato alle sonorità indie psych: parliamo delle Desert Sessions, dei fantastici Earthlings? e Fatso Jetson, di tutto ciò che è stato post Kyuss, dai Queens Of The Stone Age ai lavori solisti di Brant Bjork, passando per i Che e l’Orquesta Del Desierto. Ma attenzione, qui non c’è alcuna sterile riproposizione. Anche perché gli Oak’s Mary dimostrano una cultura musicale ampia, capace di cavalcare mondi sonori diversi e antitetici. Anche se l’impatto rimane rigorosamente “low desert punk”: forti accelerazioni ritmiche, chitarre infuocate, una dimensione da viaggio ai limiti, lungo confini mai prestabiliti.
“Love inside” azzecca la giusta melodia da accostare a riff isterici e fantasiosi (quanto hanno insegnato alle nuove generazioni i primi Queens Of The Stone Age…). “America” inserisce una bellissima coda psichedelica nel marasma indie noise della sua vorticosa struttura. “Spanish girl” sembra uscire da “Jalamanta” di Brant Bjork, con l’aggiunta di un chorus splendido esaltato dall’interpretazione vocale del singer Pietro Seghini. La conclusiva “Rock me” è puro rock’n’roll, tirato a lucido e trainato a cento kilometri all’ora.
Gran prova questo ep degli Oak’s Mary. Di sicuro è troppo presto per un giudizio definitivo, ma l’attesa del nuovo capitolo discografico è ampiamente soddisfatta.

Alessandro Zoppo