OBLIVIO – Dreams are distant memories

Malinconicamente fragile. Se si dovesse descrivere in due sole parole questo disco non ci sarebbero dubbi ad usare quelle appena citate. Perché questo è il contenuto sonoro ed emozionale di “Dreams are distant memories”: una musica dall’animo fragile e dal forte retro gusto dolce amaro tipico della malinconia. Nove canzoni che appaiono come acquarelli dai colori rarefatti e per certi versi “appannati”, atti a descrivere emozioni lontane e nostalgiche. È questo il sentimento preponderante di questo disco, una nostalgia vellutata che attraversa l’intero corso di “Dreams are distant memories” non lasciandolo mai.Oblivio appartengono a quella scuola di band (Novembre, Klimt 1918, i Katatonia del periodo di mezzo) che non vuole adagiarsi sugli abituali stereotipi del gothic sound, ma vuole portare all’interno di essi nuovi elementi, senza però perderne lo spleen di fondo; a ciò aggiungono una certa vena liquido/psichedelica che rimanda agli ultimi Porcupine Tree, e un mood rimandante alla wave degli anni ’80. E allora ecco nascere canzoni struggenti come “Overcome”, “No sense of me”, “The last illusion” (dominata dalla bella voce dell’ospite Francesca Iacorossi) e la splendida “Same sequence”, brani dalle mille sfumature atte ognuna a fondersi una con l’altra (non vi sono pause fra un brano e l’altro) come a formare un unico fiume nel quale scorrono fortissime emozioni. “F.B.R.” gioca con soluzioni shoegaze (se gli Slowdive si riformassero suonerebbero probabilmente così) e la conclusiva “Distant memories” (ospite Carmelo Orlando dei Novembre) prende la mano ed accompagna docilmente alla fine del disco col suo senso di infinito abbandono.
Ottima la scelta di alternare il cantato italiano a quello inglese, dando anche un gusto “mediterraneo” alla propria musica; come recita un loro brano, “Perché aspettare questa notte per chiudere gli occhi per sognare?”. Lo possiamo fare immediatamente, ascoltando questo disco. Nel caso non l’aveste capito, siamo di fronte alla più lieta sorpresa italiana del panorama della musica malinconica di questo 2007.

Marco cavallin