OJM – Live at Rocket Club

Ricordo bene tutte le volte che ho visto dal vivo gli OJM. Quella volta con il chitarrista capellone in perfetto stile Jimmy Page, l’altra con il mitico Michael Davis, in età avanzata ma sempre pronto a dare la zampata del vecchio leone sulle cover degli MC5, l’altra ancora con il piano bass e Andrew Pozzy alla chitarra, come in questo Live at Rocket Club.

Ricordo anche l’inizio di Heavy, album che non catturava perfettamente la rock‘n roll machine che erano, per tuffarli nel neonato calderone stoner italiano, in maniera impropria. E ricordo ai più giovani che nella band militava un certo Matt Bordin, pronto a sganciarsi dopo The Light Album per formare i Mojomatics (per non citare Squadra Omega e tanti altri).

Faccio questi voli a ritroso per ricordarmi di come era una festa vedere il gruppo dal vivo, soprattutto adesso che sembra non tornare più un’occasione simile. E gli OJM spingevano di brutto: erano una band nata per i live, concessa solo occasionalmente alla sala di registrazione per immortalare un momento, un album, delle canzoni.

Questo Live at Rocket Club li fotografa subito dopo l’uscita di Volcano del 2010 e ci restituisce una band in forma smagliante, lontana anni luce dal letargo in cui sarebbe caduta subito dopo. Ci mostra un live act come poteva essere negli anni 70, con le testate valvolari, assoli al vetriolo e tanta voglia di dimenare le anche.

Diverso e allo stesso tempo uguale all’altro Live in France, uscito in uno splendido vinile colorato, a ridosso di Under the Thunder. Diverso perché la line up è diversa, anche se le due pietre miliari Dave Martin e Max Ear sono al loro posto. Uguale perché nonostante qualche variazione data dalla personalità degli strumentisti coinvolti, il risultato è sempre OJM al 100%. Segno questo che la band ha un marchio specifico ben riconoscibile.

Prima di riuscire a tornare in strada per sentirli suonare dal vivo, questo disco è un bel documento per non perdere la memoria.

Come si diceva una volta: no overdubs, just a great rock’n roll show.

Eugenio Di Giacomantonio