OUROBOROS – Floating high

Bologna si conferma la rock city italiana e lancia l’ennesimo gruppo nell’orbita hard & heavy. Stavolta si tratta degli Ouroboros, band di formazione recente che sembra già avere le idee chiare su cosa proporre e come suonare. I tre pezzi che compongono questa demo sorprendono infatti per la loro originalità e per la loro compattezza. Peccato per qualche sbavatura in fase di registrazione, ma per essere un primo passo le qualità ci sono tutte.Michele (chitarra), Flavio (voce), Giacomo (basso) e Riccardo (batteria) sono bravi nell’elaborare una forma ossessiva, ‘trippy’ e contorta di heavy grunge psichedelico. Come se Voivod, Kyuss, Melvins, Soundgarden e Tool viaggiassero insieme nel cosmo alla ricerca di una verità sonora assoluta. Ritmiche impazzite quindi, riff slabbrati a dovere, vocals intense e sofferte. Tutto questo sono gli Ouroboros e l’iniziale “Interstellar gasoline” rappresenta in pieno il loro eclettismo.
“The ark of Babel” poggia invece su un groove onirico e delicato, stoner rock nell’accezione più ampia possibile del termine. Mentre “The snake” è puro metal psichedelico, di ascendenza Tool: cupo, elaborato, oscuro, magmatico. Un vortice nel quale ci si lascia andare con grande gioia… Davvero bravi gli Ouroboros, serpenti spaziali che volano molto molto alto.

Alessandro Zoppo