PALKOSCENIKO AL NEON – Ikonoklast^a

Se escludiamo la profusione di ‘k’ che fa abbastanza irritare, i Palkosceniko Al Neon sono meglio di quello che appaiono. Il loro modo di essere è forse anacronistico, d’altronde le ideologie sono finite e bisogna essere fieri di andare controcorrente. La forza d’animo di questi quattro ragazzi di Guidonia (Lorenzo, Stefano, Simone ed Enrico) viene fuori nei testi schierati e in un sound incisivo e graffiante.Quanto si ascolta in “Ikonoklast^a” è infatti un contenitore di diverse sensibilità. Da una parte la forza aspra e combattiva che ha reso storico l’hc italiano negli anni ‘80 (parliamo di Negazione, Upset Noise, Kina e Raw Power, i cui spiriti rivivono in brani come la title track e “Stato di calma apparente”); dall’altra l’aggressività abrasiva e metropolitana del noise core targato Unsane (“Shock”, “Disamore”). A tutto ciò si aggiunge un impatto lirico che richiama chiaramente i primi CCCP (“Alta tensione”, “8 punti senza girarci intorno”) e i Massimo Volume, omaggiati con una intrigante versione di “Ororo” ed evocati nella conclusiva, poetica “Maledizione” (gustosa ghost track annessa). I suoni metallici di “Intervallo” sono ben bilanciati dalla militante “Una brutta piega”, le due anime di una band che non ha mai paura di esporsi troppo. C’è ancora molto da migliorare (voce, produzione, personalità di scrittura) ma siamo già su buoni livelli. D’altra parte è una questione da nulla, perché ‘ogni riferimento a fatti, persone, partiti politici ed extra parlamentari, vittorie e sconfitte è fortemente voluto’.

Alessandro Zoppo