PRE-COG IN THE BUNKER – Response to Reality

Ha l’aspetto delle cose buone fatte in casa “Response to Reality” dei Pre-Cog in the Bunker. Vuoi perché Mirian e Antonello sono una coppia nella vita come nell’arte, vuoi perché i disegni del disco sono del fratello di Miriam, Alessandro, il nuovo album è un piccolo gioiellino famigliare.

Iniziamo dalla scelta delle cover: “Nobody’s Fault But Mine” dell’incommensurabile Blind Willie Johnson, un blues rauco e indolente che i Pre-Cog ci restituisco carico di un appeal shake’n roll. L’altra “Wayfaring Stranger”, gospel/folk tradizionale dell’America del Nord presenta la stessa presa di coscienza della povera condizione umana, ma con un piglio rabbioso che vuole riscossione e non certo consolazione.

Gli altri nove pezzi originali sono come sempre di una bellezza cristallina. Vengono tirati per la giacchetta i Velvet Underground (“On the Run”) e certo rock scanzonato dei Sixties (nell’iniziale e bellissima “What Is Real” e in “Solar Thrill”). Il balletto cosmico degli Hawkwind fa capolino in “Mistaken”, ma c’è anche la modernità (?) del nuovo rock n’ roll sporco e selvaggio perseguito da modern (?) band come la Blues Explosion, The Dirtbombs, The Kills e i dimenticati Thee Hypnotics (“Kraut-Droid”).

L’aspetto che emerge su tutto è la scrittura di Antonello: in direzione degli arrangiamenti la sintesi è d’obbligo e riuscita; in direzione della scrittura dei testi c’è più di esposizione personale che ce lo fa diventare ancora più caro. In questo senso la conclusiva “Silver”, donata a Miriam, è più che una dichiarazione di appartenenza. Un album bello e ispirato.

Eugenio Di Giacomantonio