RIDGE – A Countrydelic And Fuzzed Experience In A Columbian Supremo

Ridge: quando le meteore lasciano il segno.È il 2001 e dalla fiorente Svezia esce allo scoperto un trio la cui storia è durata poco più di 2 anni (riformatisi di recente nei suoi 2/3 con i discreti Matadors). Dall’elaborato titolo del loro unico album va evidenziato un aspetto in particolare: l’aggettivo ‘fuzzed’ dell”experience’ dei Ridge si traduce in 10 capitoli di stoner duro e puro di derivazione Fu Manchu. Il disco non aggiunge niente di nuovo alla storia del genere, però è una rivisitazione lucida ed entusiastica dei migliori momenti dei 4 californiani. Andreas (voce e chitarra) ricalca le orme del maestro Scott Hill sia nei riff che nella voce (praticamente identica), ma soprattutto nella sua capacità di avvolgere l’ascoltatore con cavalcate sonore dall’appeal irresistibile (“Como Un Toro” e “Fuelle” fanno scuola); la componente ‘space’ ben in vista a tratti sembra suggerirci l’incontro con un ipotetico sequel di “In Search Of…” (sentire “No Way Near”, “Rancho Relaxo”, “Cayuga 240” o “Avalanche” per credere). I 40 minuti di “A Countrydelic…” non presentano cadute di tono e la carica è sempre devastante, il che rende molto difficoltoso cercare di distaccarsi dall’ascolto. Se di facciata l’album in questione potrebbe risultare piuttosto ‘monotematico’, ci pensano alcune tracce a sorprendere: “Zeb” è il classico saliscendi chitarristico tipico degli Unida, mentre “Godspeed” parte con il plagio spudorato del riff di “Dirty Deeds Done Dirt Cheap” degli AC/DC per poi sfogarsi e reinterpretarlo in chiave heavy-stoner.
Dovrebbero ristampare l’album con un nuovo titolo: “A Countrydelic, Fuzzed, Magical But Flashing Experience…”. Applauso ai Ridge.

Giacomo Corradi