SESTA MARCONI – Ritual Kamasutra Kitsch

L’Italia del destino è sempre più folta ed agguerrita, in particolar modo quella del centro Italia, con il suo nucleo magmatico nella Città Eterna, sede operativa fra gli altri anche dei Sesta Marconi. In realtà la storia della band ha inizio nel lontano 1999 nella fredda Campobasso, poi il destino ha fatto il resto spostando tutti a Roma, dove finalmente il progetto ha potuto prendere forma seriamente. Il primo promo della band (Black Soul Star) risale al 2003 e mostra una band innamorata degli anni ’70 ma piuttosto statica e manieristica. Passano gli anni e i Sesta cominciano a rallentare e ad ispessire il proprio sound, a conoscere i principi attivi della psichedelia, a migliorare la resa live, a maturare.Anno di grazia 2008, “Ritual Kamasutra Kitsch” è finalmente pronto; la rivoluzione ha inizio! Attenzione, non è rivoluzionario il sound qui presente, ma la crescita esponenziale della scena heavy-psych italica, nella quale questo nuovo tassello va ad inserirsi.
Doom rock mascolino, spirali spaziali, heavy metal e rock ‘n roll in dosi terapeutiche, tutto questo e molto altro in “Ritual Kamasutra Kitsch”. Il dischetto in questione si apre con “Retrogradio”, breve prologo non-musicale che punta il dito in maniera elegante contro religione, politica e buoncostume made in Italy (incluso Padre Amorth che espone il nesso tra Harry Potter e Satana). La musica scorre fluida e viva, tra l’incedere epico ed inesorabile dei Candlemass – nella maestosa “In Gloom” – e la jeaux de vivre dei Cathedral – sia nella ottima “Skeletons Party” che nella spassosa titletrack. Gradino più alto del podio per la superba “LSWD” (acronimo di Life Sucks Without Drugs), brano in cui confluisce tutto il meglio dei Sesta Marconi: riff impetuosi, cambi di tempo e di umore, voce evocativa ed abrasiva al punto giusto. Un lavoro completo e genuino, dalla musica all’artwork, sinomimo di passione e sacrificio. Ancora una volta gli italiani hanno fatto centro.

Davide Straccione