SPACE PROBE TAURUS – Snakefarm rituals

Karlstad deve essere davvero una città incredibile: luogo di provenienza di stoner band come Lowrider, Souldivider, Sparzanza e Ozium è anche il posto che accoglie tre simpatici freaks come gli Space Probe Taurus. “Snakefarm rituals” è il loro ennesimo promo (e non si capisce affatto per quale motivo ancora nessuna label si sia accorta di loro…) dopo aver dato alle stampe un 7” su Game Two Records nel 2001 (“Insect city”) ed aver preso parte a “Blue Explosion” (il tributo ai Blue Cheer edito dalla Black Widow) con una travolgente versione di “Second time around” (tratta, per chi non lo sapesse, dal colossale “Vincebus eruptum”).
In questo cd di cinque pezzi Sundler, Sjoberg e Eronen ci propongono un assatanato assalto sonoro che pesca in parte dal fuzz rock dei Nebula e soprattutto dallo space heavy rock dei primi Monster Magnet, quelli più roboanti, garage e astrali tanto per intenderci. Tanta grinta viene dunque messa al servizio di schegge lancinanti e veloci, melodiche quanto basta per scatenare un pogo infuriato nel bel mezzo del cosmo…

L’iniziale “Levitation” è la piena dimostrazione di quanto detto: chitarre infuocate, vocals al vetriolo in perfetto stile Dave Wyndorf e assoli che si inseguono senza alcune sosta. “Molten love” ha un inizio dilatato che si placa subito per esplodere in un vortice di distorsioni e tremolii dal groove irresistibile, mentre “Blow” si avvale di una melodia perversa che si intreccia alla perfezione con un drumming veramente selvaggio. Chitarre tonanti continuano ad imperversare in “Catch the Poenix slowdown”, episodio che mescola vocalizzi filtrati alla Monster Magnet con fuzz giganteschi, quanto di meglio fatto ascoltare nell’intero dischetto. A chiude le danze ci pensa “Searchin’”, altro groviglio stoner rock dalle trame melliflue e dall’andamento garage.

Tante buone vibrazioni continuano a provenire dalla Svezia e gli Space Probe Taurus non fanno eccezione: stoner all’ennesima potenza e per noi avidi di queste sonorità non può che essere un piacere…

Alessandro Zoppo