SPIHA – Tooth helmet

Un nuova bomba psichedelica arriva a deliziare le nostre orecchie dalle fredde lande finniche: si tratta degli Spiha, band di Helsinki attiva sin dal 1999 che ruota intorno alla figura carismatica del singer Henry Lee Rock. La label danese Freakophonic Records ha avuto la brillante idea di dare fiducia al gruppo dando alle stampe questo “Tooth helmet”, che in realtà non è il vero e proprio disco d’esordio dei sei (il cui primo full lenght è “Egocreator”, edito dalla Low Frequency nel 2002) ma la ristampa vinilica del loro ep di debutto (uscito nel 2000 su Metamorphos) arricchita da quattro tracce dal vivo.
Il genere proposto dagli Spiha è quanto di più esaltante un appasionato di sonorità psicotrope possa chiedere: ci muoviamo infatti su territori heavy psych, dove hanno il sopravvento fughe astrali, avvolgenti arrangiamenti stoner, melodie sempre ben in vista ed una certa varietà in sede di songwriting che in pochi possiedono al giorno d’oggi. L’inizio affidato a “Sheaster” è quanto mai emblematico: un assalto sonoro corposo e coinvolgente, un misto di vecchio (MC5) e nuovo (Monster Magnet) che lascia attoniti per bravura e dinamicità. La voce di Lee Rock è magnetica ed elettrizzante, le chitarre di Daemon P.A. Volume e Junza cesellano fuzz e wah wah a non finire, la sezione ritmica (English Bomber al basso e Ringo Deathstar alla batteria) crea un impatto micidiale, mentre a suggellare il tutto ci pensa il tocco di Mr.Ilectric alle tastiere, il quale dona sapori vintage e ancora più settantiani a composizioni già ricche. Lo dimostra un pezzo come “New beginning”: sulla stupenda costruzione armonica operata dalle vocals trova posto un organo hammond in stato di grazia, intervallato da bizzarri rumorismi, un simpatico handclapping e arpeggi di sitar. Solo con una buona dose di follia si possono mettere in piedi song così particolari…tanto per rimarcare questa vena infatti giunge il momento di “For rest”, riff stoner e melodia alla Queens Of The Stone Age che ci fa passare allegramente a “Heaven demon”, colosso spaziale che chiude il primo lato con ritmiche strampalate, distorsioni a non finire, un bizzarro scacciapensieri (!) e soprattutto montagne di groove!

Il secondo lato come detto presenta i nostri in sede live: se la qualità della registrazione scade non poco, rimane inalterata la bontà dei brani proposti, tra i quali spiccano per intensità e potenza le schegge garage psych “Freedom fuel” e “I ain’t the one”. Per il resto “Egoreactor” e “Mau mau territory” chiudono il lavoro tornando su sonorità pastose e mesmeriche, molto epiche nell’incedere quanto acide nel loro disfarsi.

“Tooth helmet” è stato una vera e propria sorpresa, anche se ormai è da non poco che la Scandinavia si conferma terra di grandi promesse. Gli Spiha non sono da meno e soddisferanno in pieno i padiglioni auricolari di tutti gli stone(d) addicted…

Alessandro Zoppo