UFOMAMMUT – Idolum

Un agglomerato nero come la pece, pesante quanto l’uranio, denso ed impenetrabile. È lo spirito oscuro, l’idea che dà corpo a “Idolum”, nuovo capitolo della saga Ufomammut. Il quinto, se oltre “Godlike Snake” (2000), il capolavoro “Snailking” (2004) e “Lucifer Songs” (2005) si considera anche l’episodio “Supernaturals Record One” in compagnia dei Lento (2007). “Idolum” prosegue lì dove Urlo (basso, voce, synths), Poia (chitarre, synths) e Vita (batteria) avevano lasciato: una devastante commistione di elementi, tra doom, post core, psichedelia heavy, perverso sludge, elettronica deviata e metal malsano (chi ha detto Godflesh?). Potenza e pulizia dei suoni assumono connotati cupi e densi (eccellente il lavoro svolto tra gli studi Magnolia di Milano e Locomotore di Roma da Lorenzo Stecconi dei Lento). Gli otto brani (l’edizione in vinile comprende una bonus track, “Hermeat”) spiccano per stile e precisione. Ormai gli Ufomammut hanno una cifra caratteristica che li distingue e li rendere unici nel panorama musicale odierno.Segno evidente nelle note slabbrate e pastose di “Stigma” e “Stardog”, mastodontici colossi che avanzano minacciosi e distruggono quanto trovato sul proprio cammino. “Hellectric” ha un andamento marziale che incute timore e annichilisce, così come la tremenda “Nero” (liquida e dannata come non mai) e la destabilizzante “Destroyer”, brani che esaltano tutta la violenza psicotica e lisergica del trio. Infine, gli ospiti. La splendida voce di Rose Kemp (giovanissima songwriter inglese fattasi notare con “A Hand Full of Hurricanes”) si adatta in modo perfetto alla delicata slow motion di “Ammonia”. La chitarra di Lorenzer (from Lento) rende “Elephantom” un trip sonoro di impatto micidiale: 27 minuti che si aprono con una opprimente melodia vocale proveniente da una galassia lontana, si animano in un turbine elettrico frastornante, si placano (mera apparenza) su angosciosi effetti ambient drone che ritornano ad esplodere fragorosi nella fase finale.
Idolum, spettro che si aggira senza pace tra i meandri della mente. Identificazione, dolore, umore. Disturbi emotivi che “Idolum” amplifica a dismisura. E che rendono gli Ufomammut cantori assoluti della nostra instabilità psicofisica.

Alessandro Zoppo