YEAR LONG DISASTER – Year Long Disaster

Partiamo dalla fine: a conti fatti il debutto degli Year Long Disaster è un buon disco però… però l’hype generato da questa uscita ci aveva reso troppo esigenti e quindi era lecito aspettarsi qualcosa di più di un “semplice” buon album. I nomi impattati nel progetto del resto non passano di certo inosservati: Daniel Davies alla chitarra e voce è figlio d’arte (il padre Dave e lo zio Ray formarono i fondamentali Kinks), Richie Mullins al basso proveniente direttamente dai Karma To Burn e il batterista Brad Hargreaves degli alternative rockers Third Eye Blind (roba che va forte in USA, sconosciuti dalle nostre parti).”Year Long Disaster” parte subito forte e mostra le unghie ed i denti con un terzetto d’apertura micidiale: “Per qualche dollaro in più”, “Leda Atomica” e “Cold Killer” ci danno subito le coordinate con le quali i nostri hanno deciso di tirare in piedi questo progetto tra Led Zeppelin, hard rock sporcato di blues e tentazioni sulfuree più o meno ben celate. Il limite di un approccio così diretto e ‘in your face’ però è che alla lunga, se l’ispirazione e sopratutto la varietà di soluzioni latitano, l’interesse si perde per strada e sul finire dell’album la noia inizia a serpeggiare pesantemente.
Sarà un caso forse ma l’indice di gradimento sale e di molto quando la band sperimenta qualcosa di più personale, come nella lisergica “Sapphire” o nella splendida traccia finale “Swan on Black Lake” che parte come un polveroso pezzo acustuco per esplodere in distorsioni e feedback nel (lungo) finale. Un debutto con i fiochi che non risente nemmeno della prova del tempo (uscito nel 2007, disponibile qua da noi praticamente dal 2008 e ancora oggi si fa ascoltare alla grande) ma che lascia qualcosa in sospeso. Se ci sarà un secondo episodio ci aspettiamo un album da 10 e lode. Si, siamo incontentabili…

Davide Perletti