YOB – The Unreal Never Lived

Gli YOB danno un’ulteriore prova della loro bravura con questo che trasuda l’inconfondibile gusto di aggressiva rassegnazione tipico della purtroppo recentemente sciolta band. Il sound complessivo del gruppo si intensifica e, pur virando verso una maggior pulizia delle distorsioni, mantiene la vena subdolamente marcia tipica dei dischi precendenti.L’animo degli YOB rimane intatto anche in pezzi dallo stile particolare come l’iniziale “Quantum Mystic” dove improvvisi graffi distorti danno il via ad una cavalcata di potenza interrotta da altrettanto improvvisi stop and go da blocco respiratorio. Segue “Grasping Air” in cui l’oscuro tema portante viene introdotto con cattiveria per poi essere decomposto su un ritmo ossessivo, doom, squarciante e squarciato da un assolo che nella semplicità trascina e stordisce.
“Kosmos” è l’ultima carica d’energia prima della dilatata chiusura da 21 minuti “the Mental tyrant”, riuscitissima degenerazione del riff iniziale verso tempi sempre più lenti che ingabbiano e appesantiscono le note. Solo dopo 16 minuti di questo pesante incedere le singole note potranno di nuovo lanciarsi nell’aggressività, ma il destino rimane quello dell’angosciante stasi che chiude il disco.
Questi 4 lunghi pezzi potrebbero essere divisi in molte canzoni a se stanti tanti sono i cambi di atmosfera all’interno di ogni singola traccia. Ciò che stupisce è la mancanza assoluta di un calo di tensione, le canzoni si evolvolo fluidamente in tante direzioni mantenendo però il cervello ben stretto negli oscuri spazi fra le note o nelle partenze di rabbia. Un disco riuscitissimo, che gli YOB miscelano in un unico macigno. Davvero una chiusura di carriera in grande stile per questo grandissimo gruppo.

Federico Cerchiari