XKAYP – Kings of the stoner age
La seconda generazione stoner tricolore ha preso idealmente il via in quel lasso di tempo intercorso tra lo scioglimento dei Kyuss e allo start dei primi Queens Of The Stone Age, quando ancora la creatura di Josh Homme figurava come un nuovo progetto (split coi Beaver e con gli stessi Kyuss) che dava una struttura più definita alle composizioni delle Desert Sessions.
I romani Xkayp facevano parte di questa interessante matassa che si stava dipanando, ed è un merito che giovani musicisti avessero intrapreso la strada desertica di Q.O.T.S.A., Kyuss e Natas in un periodo in cui si faceva a gara ad essere i nuovi Korn o Stratovarius, sempre ovviamente con le dovute proporzioni.
“Erosion” è già una summa dei gruppi succitati, molto ben suonata e piena di vigore, e nonostante la registrazione soffra un po’ di mancata amalgama tra gli strumenti, risulta di buon livello.
“Supernova Superstar” è più breve e diretta, mentre “Caboto’s Trip” è un altro bel classico viaggio stoner, in cui le fasi acustiche iniziano ad imparentarsi con il post-rock dei June Of 44, mentre molto spostata sul crossover, con fraseggi funky schizoidi, è “Need Promohelp”.
Sul secondo lato, dopo il riuscito intro etno-psych “Tyrrhenian Hyperite”, troviamo “Kuna Kyne Typhoon Burra”, stoner-psych articolato tra caratteristici riff grossi e polverosi, e fasi acustico-percussive, vicino a Demon Clearer e Lowrider.
Molto tribale “Dhurumtollah’s Theme” (con tanto di maracas) e infine una disperata, ma sincera, emulazione del Sole Rosso in “Theoria”.
Un discreto biglietto da visita, probabilmente proseguendo non avrebbero deluso.
Roberto Mattei