GLITTER WIZARD

Arrivano dalla California e sono portatori di sonorità vintage corpose degne della miglior tradizione rock’n’roll d’annata, rivista in una chiave chiassosamente d’oltreoceano. Sono in Europa per tutto il mese di aprile, per un tour che li vedrà impegnati in appuntamenti importanti come il Roadburn Festival (sì, l’epico Roadburn che si tiene ogni anno a Tilburg, nei Paesi Bassi) e nelle maggiori città europee. In Italia, oltre che nelle solite location di genere, si esibiranno anche al Tube Cult Fest di Pescara (il 18 e il 19 di aprile), di cui Perkele è media partner. E a questo punto mi pare ovvio affermare che sto introducendo a grandi linee i Glitter Wizard, adorabili canaglie dai pantaloni attillati e dai baffi di velluto.
Detto ciò, mi accingo a riportare una surreale conversazione virtuale, tenutasi tra la vostra affezionata e Lorfin Terrafor, uno dei maestri del mondo occulto e sparkling della formazione statunitense: ne è venuto fuori qualcosa del tipo surréalité ou la mort – per intenderci.
Come definite il vostro stile, signori del glitter? Intendo qualcosa che vada al di là della sfera musicale, come vi siete evoluti all’interno della vostra sfavillante avventura rock’n’roll?
“Il nostro stile è una miscela di magia, stregoneria e alchimia. SIAMO WIZARDS!!! La musica che facciamo ci riflette, una miscela – quindi – di tanti stili differenti. Come si mescolano differenti pozioni per ottenere l’elisir desiderato, così noi misceliamo gli stili per creare nuove forme sonore. Essendo stregoni ci sentiamo obbligati ad avventurarci in nuovi generi di magia e musica, che poi per noi sono la stessa cosa.”
La domanda è di rito, a onor di partnership: quale delle band che suoneranno al Tube Cult Fest vi incuriosisce di più?
“Non ho ascoltato nulla delle altre band. In verità passiamo molto tempo nel nostro cosmo-castello, non scendiamo sulla terra molto spesso. Visto che la nostra fortezza siderale è invisibile, è dura ricevere novità dal pianeta, lassù. Se dovessi scegliere però una band, di sicuro sceglierei i Samsara Blues Experiment, in quanto – oltre a sperimentare musicalmente – il loro aspetto non è ‘as evil as the other bands’ (epica citazione originale, nda). Non si scherza con la magia nera.”
Qual è la tua canzone preferita? (sì, visto che stiamo fluttuando, fluttuo anch’io!)
“Mmm… Non posso scegliere una canzone preferita, cambia in base ai differenti stati d’animo, ogni volta: ‘too much of anything is not good for anything’ (sembra quasi parafrasare Mark Twain, Lorfin Terrafor… continua a soprendermi, nda). Se dovessi scegliere qualche gruppo, probabilmente opterei per Queen, Blue Oyster Cult, Black Sabbath, Judas Priest, etc. Sono band piuttosto generiche, lo so… Sebbene potrei dire riguardo i primi Queen, che mi piacciono le loro dinamiche.”
Non ce la faccio più, devo chiederti una cosa, anzi due. La volevo chiedere dall’inizio, in verità: dove comprate gli spandex?! Chi è il vostro parrucchiere?!
“Il più in alto di noi in grado, che è un’entità senza nome, ci passa questi indumenti per aiutarci a mantenere l’ordine e la giustizia in tutta la galassia. Sono uniformi disegnate appositamente per aiutare a promuovere e diffondere la magia e la stregoneria in tutto il cosmo. Non possono essere cambiati, e lo stesso vale per i nostri capelli. Anche volessimo cambiare il nostro aspetto, tornerebbe lo stesso che era prima: siamo immutabili. Spero di esserti stato d’aiuto nell’approccio alla band prima della sperimentazione del portento Glitter Wizard live: you have been warned…“.
Eh già.

In fede,
S.H. Palmer