AA.VV. – Church of the flagellation

La chiesa della flagellazione. Sottotitolo: extreme doom compilation. Formato: né cd né vinile ma cassetta, nastro audio. Un vero e proprio tuffo nell’underground quanto ci viene proposto dalla Catacomb Records. Non possiamo far altro che approvare ed immergerci in un passato che ci riporta alla mente il periodo del tape trading e la circolazione sotterranea di nastri durante gli anni ’80.Qualcuno potrà storcere il naso, non chi ama e apprezza i bassifondi musicali che in quanto tali non vogliono emergere. In questo caso è precisa la volontà di rivolgersi ad una specifica fetta di pubblico (gli amanti del doom più esasperato e della musica estrema in genere), producendo questa compilation in edizione limitata (e con la bellissima realizzazione grafica della Conspiracy Psycho Art). Lo stile che invece è seguito con perizia dalle band presenti è un doom portato alle estreme conseguenze. Partendo dal riferimento fondamentale di “Forest of equilibrium” dei Cathedral, si percorrono le vie tracciate da certi sperimentalismi di casa Southern Lord (Khanate e Unearthly Trance su tutti) e dalla scuola funeral doom che fa capo a gente del calibro di Skepticism, Until Death Overtakes Me, Thergothon e My Shameful.
Quattro sono i gruppi presenti. Si parte con gli Stabat Mater, progetto di Mikko dei Deathspell Omega (nonché mente che si cela dietro i Clandestine Blaze). Il suo brano è senza titolo, più breve rispetto alla media, caratterizzato da una voce cavernosa, ritmi che più lenti non si può e da parti armoniche di chitarra che fanno raggelare il sangue nelle vene. Veramente terrificante come inizio…
A seguire troviamo la lunghissima “Devolve” degli olandesi Bunkur. La registrazione purtroppo è scadente ma i quattro propongono un sound davvero mostruoso. I Bunkur sono l’emblema dell’esasperazione portata in musica, sembrano esplodere da un momento all’altro ma tutto ciò non accade. Le nostre carni vengono lacerate dall’attesa, è questo il loro segreto. Un gruppo da seguire con molta attenzione.
Il secondo lato è aperto da “Revelation CCXXXIX” dei nostri Malasangre. Rispetto al loro esordio “A bad trip to…” troviamo una minore componente sludge ed una marcata accentuazione delle coordinate estreme. Il brano però non ne risente, anzi: gli inserti di synths e i drones maligni rendono l’atmosfera ancora più terrorizzante, la colonna sonora ideale di un viaggio sulle rive dell’Acheronte… In attesa del prossimo full lenght (“Inversus”), possiamo iniziare a nutrire floride speranze.
Chiude la compilation “Seas that swallowed the night…” dei The Sad Sun, duo composto da S. Van Cauter e E.M. Hearst, già al lavoro con Torture Wheel, Wraith Of The Ropes, Old Hag, Nepenthean e Margaret Hearst. Il loro feeling oscuro è sorprendente, l’aria è resa asfissiante da ritmiche scarne e chitarre profonde. Un vortice di negatività espresso con un nichilismo agghiacciante.
Questo è il risultato: quattro microcosmi che emanano un piacevole odore di morte. Fate vostra questa cassetta, la flagellazione è appena iniziata…

Alessandro Zoppo