AA.VV. – Cyniclab

Idra a molte teste, forse più delle quattro dichiarate, la Cyniclab di Bologna è un Laboratorio Musicale che detesta l’interazione diretta con l’umanità bandendo di fatto ogni facile ascolto, ma soprattutto è una interessantissima etichetta che non scherza affatto in tema di devianza e limacciosità sonica. Pura controcultura, fatta di abiezione per la massa e pesante esplorazione del lato nero e disturbante della psichedelia, di sviluppo degli aspetti meno ovvi degli estremismi musicali nati dai ninenties e infine di moderne e isolazioniste evoluzioni math/drone/industrial.Il supporto a Leviatani e Zanzare e Neurofestival (festival di rilievo sorti negli ultimi anni) è solo lo schermo visibile dell’attività della Cyniclab, che condensa la propria mole di cinico lavoro rilasciando questa compilation, da procurarsi velocemente per farsi una radioattiva infarinata. Vi avvertiamo che il mondo che ne scaturisce è disfatto, perpetuamente immobile seppur proiettato musicalmente su posizioni innovative, anchilosato com’è ad una paranoia metropolitana capace di oltrepassare e analizzare l’orizzonte futuribile e ‘costruttivista’ come nessun altra, ma anche di rimanerne inghiottita in una costante convivenza con i propri demoni, siano essi materici o semplici ologrammi.
I fenomenali Dead Elephant aprono le danze con il loro noise psichedelico intellettuale (derivato da una moltitudine di esperienze contemporanee di cui i Neurosis sono solo il punto di partenza), offrendo due deliranti brachiosauri elettromeccanici post-ogni cosa: dall’harsh noise, allo stoner-doom, al punk, all’industrial.
Il durissimo e ghiaioso rock dei Choriachi invece tributa quell’attitudine (dimenticata un po’ troppo in fretta negli ultimi anni) che permetteva di esprimere rabbia e disagio rendendo indistinti stoner, sonorità a là Helmet e scartavetrato metal/grunge in un mortaio di agata. Le due schegge iper-progressive dei Morkobot (tratte dall’omonimo album) sono un indispensabile ripasso per il nuovo “Morto”, mentre l’artropode adimensionale dell’oscurità Jagannah ci offre le demo version (registrate molto bene però !) delle divoranti “Pvl” e “Earth”.
Si Continua con gli Hycon of Hyemes che violentano l’ascoltatore con la loro tecnica fusione di thrash/death, John Zorn, Fantomas e noise rock, i Colossal Monument che evocano collettivamente maligno e distruzione col loro doom sferragliante e anticonformista, e gli Oracle che offrono un antipasto di drone/post rock coi due minuti di “And Like Tides”.
Tutto da avere in blocco!

Roberto Mattei