ASTROSONIQ – Soundgrenade

Ricordate quando la psichedelia heavy aveva il suo epicentro nei Paesi Bassi? Era da poco passato il primo lustro dei nineties e agili mammut multicolori a nome Celestial Season, Beaver, 35007, 7Zuma7, ci regalavano tra i migliori album di rock duro della passata decade. Non tutto è andato perso per fortuna, e se le attese per il nuovo 35007 rimangono spasmodiche per ogni cultore dello space-rock contemporaneo, ci pensa la seconda prova sulla lunga distanza degli Astrosoniq a darci grosse soddisfazioni, dopo l’ottimo esordio “Son Of A.P. Lady”.Non c’è nessun rischio infatti nell’affermare che gli Astrosoniq siano eccelsi musicisti capaci di suonare magnetico stoner rock con sotto la sacra fiamma del rock’n’roll, un’impalcatura sostenuta assai bene sia da infissi cosmici che da una ponderata dose di eclettismo, ma non preoccupatevi, non c’è nessuna tentazione crossover o di informalismi psichedelici ad oltranza.

L’intro space di “Secret Passage” è in breve sovrastata dal riff cavernoso ma dinamico della title-track, capace di penetrare i recettori nervosi come solo da quelle parti sanno fare: ne scaturisce un brano di r’n’r siderale dalla struttura ariosa e trascinante, grazie anche alla voce astburiana, che chiama in causa i dispersi bolidi di Eindhoven, gli splendidi 7Zuma7.
Sulla stessa falsariga la seguente “Astronomicon”, uno dei migliori brani stoner rock del 2003, dotata di un refrain da panico, come se i Turbonegro perdessero i loro connotati glam. A questo punto gli Astrosoniq possono tranquillamente dedicarsi agli oltre 10 minuti di “Aphrodite’s Child”, la cui ricchezza di progressioni heavy-psych, breaks psichedelico-tribali e fiati vicini al free-jazz, tiene fede alla sensualità del titolo, senza intaccare l’unitarietà della composizione, ottimamente riuscita.

Le sorprese non finiscono, dato che “Evil Rules in Showbizzland” è una superba ballata (ma sì…) country-psych, che fa quasi immaginare che sia sempre esistita una tradizione di questo tipo tra i polders; “Hit & Run” e “Sod Off!” sono poi altri episodi hard’n’heavy al cardiopalma, due “botte” e ancora via di corsa, premurandovi di nascondere la vostra faccia allo stizzito impiegato che incrociate nella bruma mattutina, dopo chissà quale nottata. Comunque a farvi riprendere aria c’è il funky-rock stralunato di “So Be It”, un po’ Red Hot e un po’ Living Colour e grande anche l’ultima “Daemonology”, un vortice ad alta gradazione jamming.

Nonostante qualche passaggio a vuoto degli ultimi anni, in cui ha dovuto subire l’invasione di truzzi di mezza Europa in cerca di sensazioni forti quanto superficiali, l’Olanda profonda, quella dannata, sessuale e psichedelica, esiste ancora, e la prova è contenuta nei solchi di “Soundgrenade” degli Astrosoniq.

Roberto Mattei