BABY WOODROSE – Chasing Rainbows

Ci voleva proprio un disco come “Chasing Rainbows”. Dopo una partenza a razzo con lavori bellissimi quali “Blows Your Mind” e “Money for Soul”, i Baby Woodrose (la costola garage fiera e ostentata degli On Trial, il gruppo punta della Bad Afro) avevano vissuto una fase di flessione. Non tanto per il cover album “Dropout!” (una rigogliosa esposizione delle proprie radici, dai 13th Floor Elevators ai The Sonics) quanto per l’ultimo “Loves Comes Down”, acerbo e senza molta grinta. “Chasing Rainbows” rilancia la creatura di Lorenzo Woodrose, forte anche del nuovo side project Dragontears, che forse ha donato nuovo vigore al songwriting del gruppo.Una scrittura che rimane sempre la stessa, partorendo però gemme pop psych grezze e luminose come “Someone to Love” e la splendida “I’m Gonna Make You Mine”, pezzi che non si scrivono tutti i giorni. Segno di una rinnovata voglia, fresca, ritrovata e genuina. Che si fa amare anche quando i tre affrontano la dilatazione psichedelica, sul versante hard (“Let Yourself Go”), nel mood fatato (“Twilight Princess”, le melodie e sitar beatlesiani che caratterizzano “In Your Life”, l’oscurità di “Dark Twin” e “Renegade Soul”) e nelle derive acustiche della conclusiva, delicata “Madness of Your Own Making”.
I Baby Woodrose si confermano per quello che sono: una macchina che viaggia fuori sincrono, totalmente fusa con un tipo di sonorità che non risentono del passare del tempo. Spesso perdono di vista l’elemento ‘razionale’ e si lasciano travolgere in toto dalla loro passione. Ma è un vizio che si lasciano perdonare con somma grazia.

Alessandro Zoppo