BEELZEFUZZ – The Righteous Bloom

I Beelzefuzz si sono formati nel 2009 grazie a Dana Ortt, talentuoso chitarrista e cantante proveniente dal nord est del Maryland. Sebbene il luogo d’origine possa far pensare ad un progetto old school traditional doom, in realtà il gruppo – che pur ingloba elementi tipici del doom – propone un sound eterogeneo che richiama a certa tradizione 70’s heavy & hard, influenzata dall’hard prog di quei gloriosi anni e dall’occult rock. Giunto al secondo album dopo uno scioglimento avvenuto tra i due dischi, Dana ricompatta una nuova line up denominandola The Righteous Bloom. Costretto ad abbandonare il nome originale dopo una battaglia legale con l’ex bassista Pug Kirby, Ortt ha vinto la diatriba e ha rinominato la band con l’originale Beelzefuzz, dirottando “The Righteous Bloom” a titolo dell’album.
L’attuale line up dei Beelzefuzz è una vera e propria doom all stars: oltre al citato Ortt, ci sono Bert Hall Jr. al basso (Revelation, Against Nature, Mangog), alla batteria Darin McCloskey (Pale Divine, Falcon, Sinister Realm, Crowned In Earth) e Greg Diener alla chitarra (Pale Divine). “The Righteous Bloom” diventa così uno dei maggiori lavori di questo 2016: la band si inserisce in quel filone retro rock piuttosto in voga oggi, ma riesce egregiamente a distinguersi grazie alla grande padronanza tecnica. Una scrittura che denota l’enorme personalità nel perseguire una ricerca sonora che malgrado le inevitabili influenze (dagli stessi dichiarati), fa sì che la loro rilettura risulti davvero originale.
I Beelzefuzz hanno saputo fare anche meglio del già ottimo esordio datato 2013. Il loro heavy rock propone un ottimo incrocio di visioni occulte ricche di azzeccate melodie, tra echi di Uriah Heep e Lucifer’s Friend, sferzate heavy ed oscure unite a percezioni dal sapore prog e rari momenti cui si manifesta certa NWOBHM. Va inoltre sottolineata l’incredibile somiglianza vocale di Dana Ortt con il leggendario John Lawton. Inutile citare un pezzo piuttosto che un altro: “The Righteous Bloom” è un diamante che brilla nell’attuale panaroma. Parafrasando il nome dell’album, non attendete oltre una giusta fioritura: è già sbocciata.

Antonio Fazio