CHAOS CONSPIRACY – Out of place

I watch my face with violence urla Enrico in “Nonentity”. Ed è una violenza che scuote quella dei Chaos Conspiracy, aggressività che prende forma in molteplici modi. Stavolta è “Out of place”, disco che potrebbe fare il grande balzo nel nostro mercato underground, considerando l’appoggio della Copro Productions e la distribuzione targata Audioglobe. Un sogno che si realizza per questi ragazzi di Benevento, nati dalle ceneri del progetto Intifada e giunti nel 2004 al debutto con un interessante promo di quattro tracce.Il lavoro d’esordio è un concertato di rabbia repressa e istinti innati, prodotto e confezionato in maniera davvero ineccepibile. Certo, i Chaos Conspiracy non inventano nulla di nuovo ma tutto ciò che fanno è vissuto con una volontà ed una forza incredibili. La loro musica viaggia sui fili sottili (e reali) del crossover, per il quale non si intende solo Korn o Rage Against The Machine ma quell’insieme di trame miste e complesse che uniscono groove, (post) hardcore e metal senza alcuna soluzione di continuità. Evidente in tal senso è anche il debito verso band seminali nel genere come Converge, At The Drive In e Refused. Ma qui viene tutto riveduto e corretto, alla luce di una interpretazione che trova in tecnica e songwriting ispirato i suoi punti di forza. Potenza e melodia convivono senza forzature: Enrico ha una voce preziosa, capace di dialogare con le chitarre infuocate di Marcello e di adagiarsi alla perfezione sulle trame sincopate delle ritmiche (Francesco – basso – e Davide – batteria -).
Ne sono prova evidente brani come la bellissima “Red mask” o la dissonante title track. “Shadow of the flow”, “Sinful mirror”, “Prayer for your silence” e “Coldest time” erano già presenti sul vecchio promo e non fanno altro che confermare la bontà compositiva dei quattro, aiutati da una produzione intensa e mai troppo invadente. Ma la vera forza sta anche nell’osare. Gli stop & go dilatati di “Upset eyes”, la psichedelia tagliente e rabbiosa di “Cutting brightness”, il funky crossover della conclusiva “Chaos” sono tre versanti da approfondire ulteriormente in futuro. Soprattutto per rendere il prodotto ancora più appetibile anche per i non appassionati di tali sonorità.
Per ora ci accontentiamo e continuiamo a cullare questo sogno.

Give me your eyes
when i give you’re my dreams
give me your eyes
when i ask you the lights

Alessandro Zoppo